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Lo Scudo di Achille

Lo Scudo di Achille

Idee e forme di città nel mondo antico

Autore/i: Musti Domenico

Editore: Editori Laterza

prefazione dell’autore, appendici di Gianfranco Mosconi e Marco Santucci.

pp. X-244, 45 figure b/n f.t., Roma

Prendendo spunto dalla struttura esterna della polis, di cui lo Scudo di Achille descritto nel Libro XVIII dell’Iliade è archetipo e paradigma, Domenico Musti indaga il sentimento della città negli antichi e nei moderni attraverso l’analisi di strutture e forme urbanistiche, delineate in scritti o figurazioni d’arte. Tra topografia reale, topografia ideale e utopia, il libro segue il filo di suggestioni e interferenze che lega la pianta circolare della città ideale greca ai modelli urbani di altre civiltà, come la Roma neroniana simboleggiata dallo sfarzo della Domus Aurea.

Come un moderno schermo cinematografico, lo scudo di Achille, opera mirabile del dio Efesto descritta nel Libro XVIII dell’Iliade, rappresenta e fa muovere le immagini di dèi, guerrieri e animali, raffigurando la vita, l’umanità e il mondo intero in forma di città. Lo scudo riproduce una polis ideale, centrata e circolare; questa tipologia urbana convive e compete, nel corso della storia dell’urbanistica greca (e antica in generale), con uno schema di città su pianta ortogonale e dalle strutture lineari. Anche nella descrizione dello scudo di Achille, la cui forma dominante è naturalmente il cerchio, compaiono elementi lineari che variano, completano e integrano la preminente forma circolare. La città come cerchio era per i greci simbolo di stabilità, armonia e condivisione, così come le linee ortogonali che ne dividevano regolarmente gli spazi erano espressione di un necessario principio di razionalità. La forma della città quale si evince dalla descrizione omerica ha esercitato una forte influenza anche sui modelli urbani di altre civiltà, come per la Roma ricostruita da Nerone e per la gigantesca Domus Aurea, grande struttura circolare che, nelle intenzioni dell’imperatore, doveva rappresentare Roma stessa e il mondo intero, di cui era il perno ideale.

Domenico Musti insegna Storia greca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma La Sapienza. Fra le sue opere: Lo Stato dei Seleucidi (1966); Tendenze nella storiografia romana e greca su Roma arcaica (1970); Società antica (1973); Polibio e l’imperialismo romano (1978); Strabone e la Magna Grecia. Città e popoli dell’Italia antica (1994). Per i nostri tipi ha pubblicato: La storiografia greca (a cura di. 1979): Le origini de Greci. Dori e mondo Egeo (a cura di, 1991); L’economia in Grecia (1999); Il simposio (2005); Demokratía. Origini di un’idea (2006); Introduzione alla storia greca (2006); Magna Grecia. Il quadro storico (2007); Storia greca. Linee di sviluppo dall’età micenea all’età romana (n.e.,2008).

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Prefazione

I. Lo Scudo di Achille e la forma ideale della città
II. Dallo Scudo di Achille alla «Domus Aurea». Riflessi letterari e archeologici di età neroniana e flavia
III. Geografie e topografie ideali da Omero a Pausania. La città dell’utopia da Aristofane ai suoi riflessi reali
IV. Le città ellenistiche. Il percorso dalla «Politica» di Aristotele alla politica di Alessandro Magno
V. Morfologie urbane e architetture eccellenti. Da Alessandria a Roma
VI. Riflessi di età moderna nella teoria e nell’iconografia. Città del Vecchio e del Nuovo Mondo

Appendici

I. «Topografia e regime politico nell’Atlantide di Platone»: per un’analisi strutturale e semiotica di Gianfranco Mosconi
II. Immagini della città da Omero ad Ambrogio Lorenzetti di Marco Santucci

Bibliografia
Indice dei nomi di persona
Indice dei nomi di luogo

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