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L’Inferno tra le Mani

L’Inferno tra le Mani

La mia storia nelle Bestie di Satana

Autore/i: Maccione Mario

Editore: Edizioni Piemme

a cura di Stefano Zurlo.

pp. 196, Milano

La testimonianza in prima persona di Mario Maccione, medium ed esponente di spicco delle Bestie di Satana. Dai primi episodi inquietanti dell’infanzia fino all’ingresso in un mondo oscuro, popolato di fantasmi, demoni ed entità malefiche. E poi il precipizio negli incubi, nei sogni collettivi, nelle visioni di Luciferi e angeli ribelli. Il primo e più frequente si chiama Noctumonium, il signore del freddo, del ghiaccio e del silenzio. Mario, a 17 anni, sotto l’effetto di droghe, cade in trance con i suoi amici e rivela formule magiche, oscure istruzioni, premonizioni di morte in un delirio di gruppo segnato dalla cocaina, dagli allucinogeni, dall’alcol. Il tutto ha come contorno un susseguirsi di prove di coraggio al limite della follia – come l’attraversare i binari all’arrivo del treno o il gettarsi nell’Adda da un ponte altissimo – e di messe nere, orge, concerti di musiche metal imbevuti di blasfemia anche nel centro di Milano. Il ragazzino arriva così al gennaio del ’98 e alla morte di Fabio Tollis e Chiara Marino. Parla di quel duplice delitto, per cui è stato condannato, e poi degli anni seguenti fino al 2004 e alla morte di Mariangela Pezzotta, la terza vittima ufficiale delle Bestie di Satana. In mezzo, molti suicidi e morti anomale, ancora tutte da decifrare e con ogni probabilità opera della banda satanica. Oggi, dal carcere, Mario Maccione parla anche del pentimento e del rimpianto per la morte di Fabio: «Vorrei incontrare i suoi genitori».

Mario Maccione, nasce nell’aprile 1980 da una normalissima famiglia della piccola borghesia. La famiglia vive a Cologno Monzese e poi a Brugherio, nell’hinterland, e qui Mario, ancora minorenne, conosce le persone che daranno vita con lui alle “Bestie di Satana”. Una storia lunga nove anni, dal ’95 al 2004, e segnata da almeno tre omicidi, un suicidio e molti casi sospetti. Maccione, arrestato nel 2004, è stato condannato a 19 anni di carcere per la morte di Fabio Tollis e Chiara Marino. Oggi è detenuto a Bollate. Studia da ragioniere e ha imparato a suonare la chitarra.

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