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L’India e il Nazismo

L’India e il Nazismo

Autore/i: Savitri Devi

Editore: Edizioni all’Insegna del Veltro

nota introduttiva dell’autore.

pp. 64, Parma

Il titolo di Khan (parola turca significante «Signore») venne attribuito, già dal Medioevo, a sovrani orientali di stirpe mongolica e turco-tartara, cosicché gli Occidentali videro nel misterioso e lontano Imperatore asiatico una mitica figurazione del Re del Mondo.
Fu probabilmente in base all’affinità fonetica fra Khan e cane che il simbolo del Veltro – il cane levriere – venne assunto dall’Antelami e da Dante per indicare il vendicatore che avrebbe dovuto restaurare i diritti dell’Impero contro la Chiesa e contro le prevaricazioni di un potere politico degradato e laico: il primo collocò l’immagine del Veltro nella parte finale dello zooforo che circonda il Battistero di Parma (si veda la riproduzione in copertina), a indicare il ruolo risolutivo rivestito dal principio che il simbolico animale rappresenta; il secondo vide nel Veltro colui che «caccerà per ogni villa» la lupa guelfa.
Coi brevi scritti che troveranno posto in questa serie dei «Quaderni del Veltro» intendiamo contribuire a comporre una panoramica delle testimonianze e degli interventi di cui furono protagonisti, nella storia e nella lotta politica, uomini e movimenti animati da uno spirito radicalmente diverso da quello moderno.
Ci proponiamo, insomma, di fornire «documenti» circa l’intervento della Tradizione nella storia – o, se si preferisce, contro la storia -, circa i fenomeni di opposizione alle contraffazioni del principio spirituale e di quello guerriero, circa i tentativi di imporre un ordine politico ancorato a valori «reali», ossia metastorici.
A causa del loro esteriore abito «moderno», talune immagini del movimento controcorrente su cui si è appuntata la nostra attenzione potrebbero suscitare il dubbio che esse risultino affatto prive sia di sostanza metastorica come di radice tradizionale. Queste immagini, che un tradizionalismo «canonico» e bigotto (tanto intransigente quanto alibistico) indicherebbe come «sovversive», a nostro parere invece rivelano – se considerate non nella superficialità dei motivi che le esprimono o nella angustia degli effetti che esse determinano, ma nei significati «lontani» delle cause e dei fini: cioè delle origini riflesse e delle direzioni segnalate – un giusto e valido orientamento spirituale. Nella nostra valutazione, quindi, le tendenze espresse dagli uomini e dai movimenti storici che proporremo altro non importano che figurazioni e segni diversi – più o meno consapevoli, più o meno compiuti, più o meno ordinati all’archetipo originario – dell’idea compresa nel Veltro ghibellino.

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