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L’Icona – Immagine dell’Invisibile • Eelementi di Teologia, Estetica e Tecnica

L’Icona – Immagine dell’Invisibile • Eelementi di Teologia, Estetica e Tecnica

Titolo originale: L’Icône, Image de l’Invisible – Eléments de Théologie, Esthétique et Technique

Autore/i: Sendler Egon s.j.

Editore: Edizioni Paoline

terza edizione, introduzione dell’autore, versione integrale dal francese delle Benedettine di S. Maria di Rosano.

pp. 256, riccamente illustrato a colori e b/n, Cinisello Balsamo

L’icona è nella sua essenza un’arte religiosa o meglio un’arte teologica. Possiamo definirla un trattato di teologia, che non mira solamente a nutrire l’intelligenza, ma anche il cuore per far scaturire la preghiera. Sorta fin dalle origini del cristianesimo e dai secoli delle persecuzioni, arricchita dalla difficile ricerca dogmatica dei concili, purificata dalle lunghe prove della persecuzione iconoclastica, l’icona fa parte della grande corrente nella tradizione, cioè della vita interiore della Chiesa, prolungamento dell’incarnazione di Cristo. L’icona è intimamente legata al Vangelo e alla liturgia: in essi affonda le radici e da essi trae il suo valore agli occhi della fede. Questo libro si propone un triplice obiettivo: iniziare alla teologia dell’icona, la cui storia è narrata per evidenziare che è «luogo della presenza»; iniziare all’estetica dell’icona, analizzando le forme e le strutture che le sono proprie; iniziare alla tecnica delle icone, dando indicazioni precise a coloro che desiderano dipingere nello spirito della tradizione autentica. Sono aspetti complementari: «Se si trascura l’elemento teologico, l’icona diviene un documento o un monumento storico, che contiene preziose informazioni per la storia o il folclore, ma che perde il suo valore spirituale. Trascurando l’elemento scientifico, si cade nel soggettivismo che impedisce di distinguere l’essenziale dall’accessorio e, per ciò stesso, si rischia di alterare la verità trascendentale a cui mirava l’icona. Sorvolando sull’elemento estetico, si sottovaluta l’icona in modo ben evidente».
Molti contemporanei sono attirati dalle icone, intuendo in esse una ricchezza che vorrebbero scandagliare. Questo libro è stato scritto per aiutarli ad entrare in questo mondo di bellezza e di fede.
«Non c’è dubbio che Egon Sendler abbia egregiamente realizzato le intenzioni (aiutare i lettori a entrare nel mondo di bellezza e fede delle icone) offrendo un vero e proprio manuale, con un linguaggio aperto e comprensibile anche ai non addetti ai lavori. Così chiunque sente la suggestione dell’icona, chiunque ne possiede una, chiunque è stimolato a dipingerne una non può fare a meno di percorrere prima e consultare all’occorrenza questo libro che riporta anche una notevole quantità di riproduzioni e di grafici necessari a capire le correlazioni fra i vari gradi della ricerca: da quella teologica a quella estetica, da quella simbolica a quella dogmatica» (L’Osservatore Romano, 12-4-84, p. 3).

Egon Sendler è nato in Slesia nel 1923, ben presto entra in contatto con i Gesuiti a Breslau (Wroclaw). Chiamato alle armi nel 1942, è fatto prigioniero in Russia: l’esperienza dei campi di concentramento lo conferma nella sua vocazione e l’orienta verso un apostolato a favore della Russia. Ritornato dalla prigionia, entra nella Compagnia di Gesù e compie gli studi a Monaco e a Roma.
È chiamato al Centro di Studi Russi Saint-Georges di Meudon (Parigi), dove può approfondire le sue conoscenze sull’arte bizantina alPEcole pratique des Hautes Etudes con A. Grabar. Da oltre trent’anni si è specializzato nel campo dell’iconografia, ora dirige un laboratorio di icone e organizza corsi di perfezionamento a Meudon e a Sedate, Bergamo (Russia Cristiana, Milano). Ha dipinto affreschi in diverse chiese bizantine (Meudon, Roma, Libano, Stati Uniti).

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