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Satana Eretico

Nascita della demonologia nell'Occidente medievale (1280-1330)

di
Editore: Baldini Castoldi Dalai Editore
Informazioni: introduzione dell'autore, traduzione dal francese di Francesco Saba Sardi. - pp. 320, Milano
Stampato: 2006-03-01
Codice: 978888490877

«In base ai capi d'accusa di Guglielmo di Hangest, balivo reale di Sens, Guichard, che desiderava sbarazzarsi della regina Giovanna di Navarra, moglie di Filippo il Bello, si era recato da un mago, in compagnia di un religioso “che possedeva la scienza di invocare i demoni”. Il demone, invocato dopo aver ricevuto l'omaggio del prelato, consigliò a Guichard di far plasmare un'immagine di cera e di battezzarla con il nome della regina per poi pungere il simulacro. Così fece Guichard, in presenza di padrini e madrine dell'immagine, e finalmente la regina Giovanna morì.»

A differenza di quanto si crede comunemente, l'ossessione per il demonio e il maligno non è sempre stata centrale nella cristianità medievale. Ancora agli inizi del XIV secolo prelati e giuristi condividevano una visione di coesistenza conflittuale, ma controllata, delle forze del Male nell'ordine divino del mondo. Ma un evento decisivo (forse un po' trascurato dagli storici per le sue implicazioni) avvenne da lì a poco: nel 1320, papa Giovanni XXII promosse una consultazione di esperti volta a ottenere gli argomenti che permettessero di designare come eresia l'invocazione dei demoni e ogni forma di magia. Si trattava di una grande rivoluzione teorica, dal momento che tredici secoli di cristianesimo avevano stabilito che l'eresia poteva risiedere soltanto nel pensiero e nella parola, non già negli atti. La Chiesa medievale aveva costantemente condannato o bandito le pratiche magiche, facendole però oggetto di disprezzo in quanto vane superstizioni e nulla più.
Tuttavia, per comprendere appieno l'impatto dottrinale e politico della consultazione voluta da Giovanni XXII, si deve valutare lo scontro in atto già da alcuni decenni tra due sistemi antropologico-teologici, quello aristotelico-tomista e il neoagostinismo caratteristico della scuola francescana. La paura dei demoni, divenuta via via sempre più temibile nel XIII secolo, sarebbe nata dall'attualizzazione di due antiche tematiche: quella del patto e della possessione. La prima si coniuga con la nascita di una riflessione sui sacramenti basata sull'idea di un patto tra Dio e gli uomini, dottrina che se riduceva la mediazione sacerdotale della Chiesa (motivo per cui fu osteggiata) lasciava l'individuo nudo di fronte al sovrannaturale. Ecco perché la possessione assunse nuovo vigore, unitamente a una maggiore attenzione sulle forze e le debolezze della personalità umana: forze che potevano nutrire la mistica visionaria di fine XIII secolo, e debolezze che legittimavano la paura dell'assoggettamento satanico. A preparare l'avvento di Satana, fu dunque un nuovo cristianesimo e una nuova concezione dell'uomo. Questa la chiave di lettura proposta da Boureau, che punta a offrire una ricostruzione rigorosa e approfondita di un cinquantennio cruciale, in cui ebbe origine quella svolta epocale che avrebbe portato il razionalismo scolastico verso il fanatismo e l'oscurantismo che contagiarono l'Europa cattolica fino alle soglie dell'era moderna.

Alain Boureau (1946), insegna Antropologia storica presso l'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e collabora col Centro di ricerca storica della stesso istituto. Autore di numerose pubblicazioni sulla materia, in Italia è stato tradotto il suo La Papessa Giovanna (1991).

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