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La Scrittura della Storia

di
Editore: Editoriale Jaca Book
Informazioni: edizione italiana a cura di Silvano Facioni, prefazione all'edizione italiana dell'autore, traduzione dal francese di Anna Jeronimidis. - pp. XXVIII-386, illustrazioni b/n, Milano
Stampato: 2006-04-01
Codice: 978881640738

Accade a volte di rivalutare figure precorritrici, illuminate, profetiche, che nel proprio tempo erano state distrattamente percepite o apprezzate in modo parziale. Ciò accade a distanza di secoli, più difficilmente di decenni, ancor più difficilmente di soli trent'anni. È questo il caso di Michel De Certeau che, nonostante non fosse uno studioso censurato o posto in ombra, attende ancora sguardi e studi capaci di portarne alla luce rigore e forza teorica.
La volontà di abbattere gli steccati che separano e rendono incomunicabili la storia e l'antropologia, la mistica e le pratiche del quotidiano, la psicoanalisi e la filosofia ha caratterizzato una ricerca inquieta e all'incrocio di frontiere, condotta con passione ed esattezza ma anche (o forse per questo) difficilmente situabile nei rigidi paradigmi che governano le discipline storiche: sarà in seguito all'incontro con l'insegnamento di Jacques Lacan che si approfondirà la riflessione sulla scrittura come luogo di incontro con un reale altrimenti inafferrabile e insostenibile.
Negli anni Sessanta e Settanta - agitati da rivolte non sempre consapevoli dei loro stessi moventi - de Certeau diviene dunque il discreto ma insostituibile punto di riferimento per colleghi, studenti, riviste: i meccanismi e i feticci dell'ideologia che influenzano anche la scrittura della storia e impediscono di pensare "un altro mondo possibile" rappresentano uno degli snodi teorici del percorso di questo maestro, ma sono anche la ragione profonda e inconfessata di molte delle incomprensioni che accompagneranno la sua esistenza.
La scrittura della storia sovverte ordini, procedure, metodi che costringono le epoche e le idee in pacifiche classificazioni censurando più radicali questioni: che cosa vuol dire affidare alla scrittura il rapporto con il proprio passato? Qual è il prezzo di una pratica del sapere che voglia sottrarsi al venefico potere dell'ideologia, da qualunque parte esso provenga?
Dalla mistica religiosa del XVII secolo alle rotture instauratrici imposte dall'Illuminismo, dal linguaggio della possessione demoniaca alla finzione de L'uomo Mosè e la religione monoteistica (in cui Freud viene riletto a partire dagli esiti più significativi della ricerca lacaniana), l'indagine compiuta da de Certeau insegue il destino della scrittura e quello della storia, l'inafferrabile nodo che tiene uniti il reale e le sue maschere, la parola dello storico e quella dei suoi assenti interlocutori, l'accadere degli eventi e i discorsi che producono. Cammino sempre incompiuto del desiderio che non può fare a meno di esprimersi, che non può fare a meno di «prendere la parola».

Michel De Certeau nasce a Chambéry il 17 maggio 1925. Dopo una solida formazione in filosofia, lettere classiche, storia e teologia, entra nella Compagnia di Gesù nel 1954 e viene ordinato sacerdote nel 1956. Insegna in varie Università a Parigi, in America Latina e negli Stati Uniti e collabora costantemente con varie riviste, tra cui Études e la Revue des Sciences Religieuses. A partire dal 1964 partecipa attivamente all'École freudienne de Paris fondata da Jacques Lacan. Nel 1984, dopo aver insegnato per sei anni nell'Università della California, rientra a Parigi per insegnare Antropologia storica delle credenze all'École des Hautes Études en Science Sociales. Muore a Parigi il 9 gennaio 1986. Tra le sue opere principali ricordiamo: Le Mémorial de Pierre Favre (1960), La Prise de parole (1974), Politica e mistica (Jaca Book, 1975), L'Invention du quotidiane 1 e 2 (1980), La Fable mystique XVI-XVII siècle (nuova edizione in preparazione presso Jaca Book).

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