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Pierre Klossowski - Sessualità, Vizio e Complotto nella Filosofia

di
Editore: Edizioni Costa & Nolan
Prezzo: € 15,00

Informazioni: introduzione dell'autore, la traduzione dei brani citati nel testo sono dell'autore, in copertina: Pierre Klossowski, foto di Gérard Rondeau. - pp. 192, Ancona
Stampato: 1999-10-01
Codice: 978887648383

L'opera multiforme ed enigmatica di Pierre Klossowski, che abbraccia la narrativa, la saggistica, la produzione artistica, rappresenta la risposta più estrema alla dilagante trivialità, un'arma potentissima per combattere l'asservimento dell'uomo a fini estranei alla sua natura.
Aldo Marroni attraversa gli scritti più radicali di Klossowski, Le Leggi dell'Ospitalità, Il Bagno di Diana, Sade Prossimo Mio, Nietzsche e il Circolo Vizioso, per separare dalla narrazione la trama filosofica del mito e portare alla luce i concetti intorno a cui si è articolata la sua riflessione: l'estetica della rappresentazione, l'essere, l'identità, la perversione, l'ambiguità del sacro, i delicato rapporto con la filosofia Nietzschiana.
Emerge così un'interpretazione acuta e brillante dell'opera di una delle personalità più complesse e affascinanti della cultura europea del novecento, il cui pensiero è stato assorbito e ridiscusso da filosofi quali Bataille, Baudrillard e Perniola.

Dall'introduzione:
«Con quali armi un sapere filosofico centrato sulla sessualità può vincere l'asservimento all'imperante gregarietà che omologa in basso sia i corpi sia le anime e li vincola a fini a essi estranei e oppressivi? Questo lavoro su Pierre Klossowski nasce per rispondere a tale domanda, cercando di mostrare nella sua opera la fecondità conflittuale e i diversi livelli di immanenza assunti dalla filosofia divenendo di volta in volta sessualità, vizio, complotto.
L'attenzione suscitata dalla recente proposta di inaugurare una philosophia sexualis (Perniola 1998), a partire dall'opera di Georges Bataille, sembra si possa coniugare anche con un pensiero filosofico il quale pone al centro dei suoi interessi il “vizio”. La ragione principale di questa associazione è connaturata alla stessa sessualità, ed è ravvisabile nel fatto che la viziosità tende ad approfondire e arricchire il dibattito sullo statuto dell'esperienza sessuale con altri concetti orientati ad ampliarne e differenziarne il senso filosofico. Accanto alla philosophia sexualis dobbiamo dunque ipotizzare la nascita di una filosofia viziosa, con lo scopo di modificare il sapere filosofico in qualcosa di totalmente mostruoso e ripugnante? E se la sessualità nella sua versione viziosa costituisse il presupposto di un inconfessato complotto?
Partiamo da una constatazione: alcune nozioni sono state da sempre ostaggio di un rifiuto netto manifestato dai “funzionari della filosofia” ai quali va addebitato un primato negativo in fatto di creazione di concetti. Tra le nozioni che hanno subito l'ostracismo delle “filosofie olimpiche vi sono sicuramente quelle della sessualità, di vizio e di complotto a cui pretendiamo rinviare il nucleo centrale del pensiero di Klossowski.
È a tutti noto che la tradizione filosofica occidentale ha costruito i suoi castelli teoretici partendo da un assunto mai messo in discussione, cioè la centralità dell'io pensante. Dire “pensiero” ha sempre significato dire “soggetto pensante”, e sulla base di questa sicurezza l'essere umano ha potuto disporre liberamente di tutto ciò che gli è sembrato non si potesse ricomprendere entro le sue categorie concettuali. Egli ha dominato il mondo organico e inorganico imponendo a tutti i suoi progetti e i suoi scopi, costituiti per lo più dal desiderio di possesso illimitato e dalla distruzione irrazionale delle cose, A partire da tale pacifica e soddisfatta autorappresentazione il soggetto pensante ha legittimato la sua opera, è cresciuto e si è propagato senza incontrare ostacoli insormontabili.
A questa lineare tradizione filosofica serenamente inneggiante all'imperialismo dell'io penso, alla quale hanno apportato il loro significativo contributo i maggiori filosofi, Klossowski oppone quella che proponiamo di chiamare filosofia viziosa. L'attribuzione alla filosofia di una sua intrinseca “viziosità” tuttavia rimane ancora oscura e torbida se non la si coniuga con il pensiero più limpido, intenso e libero. Infatti la filosofia viziosa non è, come si potrebbe credere, quel pensiero impegnato a progettare mostruosità sessuali, atti immorali e riprovevoli, essa invece spende tutte le sue forze nel faticoso lavoro di dissoluzione dell'io, per decretare la fine della sua centralità e la revoca di ogni finalismo. Questo progetto “dissoluto” appare ovviamente alla stragrande maggioranza dei filosofi accademici come un vero e proprio delitto perpetrato ai danni della coscienza intesa quale principio unico, a cui, nel rispetto di una consuetudine millenaria, tutto deve essere ricondotto. Allora, la paura sembra essere suscitata dalla domanda: se scompare l'io soggettivo come e da chi verrà esercitata la filosofia? Cosa ne sarà dell'armonia sociale? Il problema, infatti è che dobbiamo imparare a convivere con una desoggettivazione radicale a riconoscere forme di pensiero anche al di fuori del nostro mondo interiore, a renderci abitabili e possibili da forze e potenze benefiche provenienti dall'esterno. Tutto ciò prelude forse a una concezione della filosofia come alcunché di superfluo e inutile? Ci dobbiamo rassegnare a un pensare divenuto fiacco e miseramente condizionato da un potere più forte dell'io? Sembrerebbe proprio di no perché  per essere all'altezza del circolo vizioso – a cui Nietzsche, per poterlo rilevare, ha pagato con la sua follia un altissimo tributo personale – è necessario iniziarsi a un pensiero energico, tanto forte da dichiarare coraggiosamente il declino dell'eterna immutabilità del sapere. E non si tratta solo di questo, perché intensità del pensiero vuol dire anche che l'atto del pensare passa dall'essere funzione di qualcosa e per qualche scopo all'essere fenomeno in sé tra gli altri fenomeni.
Il contributo apportato da Klossowski a questo progetto è di primaria importanza. Il suo programma teso a coniugare la dissoluzione del principio unitario metaorganico, rappresentato dall'anima occidentale, con una riflessione molto attenta alla sessualità, ci apre a nuove e impreviste forme di accettazione filosofica e di sovranità. Per tale motivo, sentita e declinata anche come perversione del pensiero, la sessualità, la cui pratica deve essere intesa nella sua accezione più pura e innocente, appare riabilitata con l'assegnazione di un compito altamente filosofico, compito tanto più impegnativo quanto più la sua costituzione perversa e le sue estremizzazioni preludono agli eccessi della filosofia, a partire dai quali il pensiero fonda la sua stessa scelleratezza. Infatti, il filosofo scellerato non è quel pensatore a cui difettano metodo e rigore o che rinnegando le sue responsabilità di fronte al genere umano si dedica esclusivamente alla deboscia morale, ma quel filosofiche, spingendo la riflessione al culmine del pensabile, ne coniuga gli esiti con la sessualità perversa, vale  a dire non interpretata in relazione a fini gregari e procreativi. Se l'entusiasmo del pensiero è un'espressione alta dell'essere umano e l'esperienza sessuale un aspetto significativo, se non il più solido, dell'attività del soggetto, allora appare oltremodo legittimo coniugare filosofia ed erotismo, come fa il pensatore pervaso di scelleratezza. Ora, il sistema della sessualità pensato entro questa tonalità affettiva che abbiamo convenuto di chiamare “viziosa” ha le caratteristiche di una rivolta silenziosa, occulta, e per tale motivo più efficace di qualsiasi altra insurrezione divulgata pubblicamente (il cui rischio di essere a sua volta omologata dal potere di cui pretende essere l'alternativa sarebbe altissimo).
Il complotto vizioso è tale proprio perché mira alla distruzione dei tre cardini su cui l'occidente ha fondato il proprio potere e il proprio sapere: l'io pensante, l'utilità e la finalità. Quando il pensiero è riconosciuto come un vettore non più proveniente dall'interiorità dell'anima ma da un'ignota e tuttavia famigliare esteriorità, quando il principio di utilità sul quale l'economia borghese ha fondato la propria ideologia è ridicolizzato dalla gioiosa inutilità dell'erotismo, quando gli scopi imposti dalle convenzioni gregarie sono sopraffatti dagli stati impulsionali del singolo, allora, secondo Klossowski, siamo di fronte a un complotto ordito da un sapere filosofico divenuto sessualità, perversione e scelleratezza, insomma siamo già nel bel mezzo di una cospirazione pensata e sostenuta dalla filosofia viziosa. Da tale conflitto, da questa guerra senza ricompensa, sorge inaspettata una felicità, una serenità cosmica e terrena allo stesso tempo.»

Aldo Marroni (Giulianova 1952) è autore di: Klossowski (Pescara, Tracce, 1990); Klossawski e la coomunicazione artistica (Palermo, Aesthetica preprint, 1993); Filosofie dell’intensità (Milano, Mimesis, 1997); Klossowoski. Sessualità, vizio e complotto nella filosofia (Milano, Costa e Nolan, 1999); Inestetiche. Desoggettivazione e conflitto nel sentire contemporaneo (Pescara, Tracce, 1999); L'enigma dell'impuro (Roma, Carocci editore, 2007); Pierre Klossowski - La moneta vivente (Milano, Mimesis Edizioni, 2008); L'arte dei simulacri (Milano, Costa & Nolan, 2009); Muse ribelli - Complicità e conflitto nel sentire al femminile (ombre corte 2012); Estetiche dell'eccesso - Quando il sentire estremo diventa «grande stile» (Quodlibet Edizioni, Macerata 2012, pp.172); La decivilizzazione estetica della società. Sul sentire neo-cinico, Bruno Mondatori, Milano 2014.

Visualizza indice

Introduzione

Sessualità e complotto

  • Anomalia e complicità
  • Perversione e scelleratezza
  • Cosa filosofia e intensità impulsionali
  • Voluttà filosofica e monete viventi
  • Singolarità e complotto

Il circolo vizioso dell'ospitalità

  • L'ospitalità di Roberte
  • La revoca del dono
  • L'identità soffiata
  • Il segno desoggettivante del pensiero

Simulacri impulsionali

  • Le leggi del “tableau”
  • L'immagine sospesa
  • Il desiderio di Diana e la tragedia di Atteone
  • L'immaginazione di Atteone e la curiosità di Diana
  • L'innocenza dell'apparire
  • La complicità artistica
  • Dal simulacro allo stereotipo
  • Simulacri corporali

Esercizi corporali

  • Culto della sessualità e rito collettivo
  • Il vizio di Sade
  • Per una filosofia scellerata
  • Monete impulsionali

Desoggettivazione e circolo vizioso

  • Il complice Nietzsche
  • Da Kierkegaard a Nietzsche
  • Desoggettivazione dell'io e “fatum”
  • Valetudine, eterno ritorno e oblio del soggetto
  • I simulacri della dottrina Klossowski e l'esperienza del circolo vizioso

Bibliografia delle opere di Klossowski

  • Scritti
  • Traduzioni
  • Numeri monografici di riviste
  • Interviste
  • Filmografia

Riferimenti bibliografici

Il volume è disponibile in copia unica

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