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Le Gemme e gli Astri

Il lapidario di Alfonso il Saggio

di
Editore: Xenia Edizioni
Informazioni: prefazione di Enzo Acampora, note al testo di Giuseppe Bezza, contributo di Joe Fallisi, traduzione di Luca Temolo Dall'Igna. - pp. XXXI-288, ill. b/n, Milano
Stampato: 1997-02-01
Codice: 978887273194

Le gemme e gli astri "Il Lapidario di Alfonso il Saggio" è una delle rare opere medievali a noi giunte, in cui l'astrologia e l'astronomia si integrano con l'alchimia e con il variegato mondo delle pietre, delle gemme e dei cristalli. Il libro, attribuito ad Alfonso X il Saggio, è in realtà una traduzione da un originale arabo di autore ignoto e descrive la totalità delle pietre e dei minerali connessi con ciascuno dei segni zodiacali, anzi con ciascuno dei trenta gradi occupati nel cielo da ogni segno dello zodiaco. Cosi scopriamo che l'argento corrisponde al Cancro, il diamante al Toro, la corniola all'Ariete, l'oro ai Gemelli, il quarzo alla Vergine e così via. Ognuna delle trecento pietre esaminate dal Lapidario ha, a sua volta, un segreto legame con una stella, che in un ben preciso momento dell'anno, soprattutto quando essa si trova al Medio Cielo, esercita la sua massima influenza sulla pietra, trasmettendole particolari virtù terapeutiche e protettive. Il testo descrive l'azione di pietre e gemme sulle diverse malattie e ne indica le modalità di uso e di assunzione sia come talismani sia sotto forma di polveri da applicare sulla zona dolente del corpo, in rapporto col momento astrologico più favorevole. Il Lapidario rappresenta dunque uno dei fondamenti dell'antica tradizione della cristalloterapia, oggi ampiamente rivalutata.
Le gomme e gli astri si rivolge a chi è appassionato di astrologia e del mondo delle pietre, ma anche a chi vuol conoscere più da vicino la vita quotidiana del Medioevo, le sue credenze, i suoi costumi.

Alfonso X il Saggio (1221-1284), re di Castiglia e di Leon, è passato alla storia per la sua vasta attività di mecenate più che per le sue imprese militari e politiche. Riunì a corte letterati e scienziati di diversa origine e di diversa fede religiosa, suggerì loro le opere arabe da tradurre in castigliano e li guidò nella direzione delle ricerche. Curò la redazione di opere giuridiche (Las Siete Partidas), storiche e scientifiche. Tra queste ultime ricordiamo, oltre al Lapidario, la traduzione del compendio magico-astrologico arabo Picatrix, un catalogo delle stelle fisse, le tavole astronomiche che da lui prendono il nome di Tavole alfonsine, e vari altri trattati di astronomia.

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