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Carnevale si Chiamava Vincenzo

Rituali di Carnevale in Campania

di
Editore: De Luca Editore
Informazioni: unica edizione, introduzione di Jacopo Recupero, prefazione di Ivos Margoni, con la collaborazione di Paolo Apolito, Enzo Bassano, Gilberto Marzano e del Gruppo di ricerche antropologiche dell'Università di Salerno, fotografie di Marialba Russo. - pp. XVI-722, ricchissimo apparato di fotografie e tavole b/n nel testo, Roma
Stampato: 1977-09-01
Codice: 500000003294

Questo lavoro sul carnevale è il risultato di una ricerca condotta in Campania dall'antropologa Annabella Rossi e dall'etnomusicologo Roberto De Simone, con la collaborazione di Marialba Russo, Paolo Apolito, Enzo Bassano, Gilberto Marzano. Ha inoltre partecipato al lavoro il gruppo di ricerche antropologiche della Università di Salerno; il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni popolari ha incoraggiato questo studio che appare nella sua collezione di saggi e ricerche.
Lavorando per quattro anni sul campo, gli autori di «Carnevale si chiamava Vincenzo» hanno stabilito un rapporto diretto con situazioni oggi realmente esistenti in Campania. Questo tipo di approccio ha permesso innanzitutto di «scoprire» alcuni rituali considerati scomparsi fin dagli anni '50 da studiosi di fama, e di rilevare numerosi cerimoniali drammatici e le loro varianti locali, come le Rappresentazioni dei Mesi, la Canzone di Zeza, la Morte di Carnevale, i balli processionali, i rituali di Sant'Antonio Abate, ecc.
Per quanto riguarda l'impianto metodologico e i criteri di interpretazione, si deve sottolineare il fatto che, dopo le esperienze di Ernesto De Martino, questa è una delle prime ricerche che tenga effettivamente conto dell'esigenza della interdisciplinarietà, che qui si manifesta secondo le grandi articolazioni dell'antropologia, dell'etnomusicologia e della psicanalisi. Visti in questa triplice prospettiva, che esclude con decisione ogni tentazione folkloristica, i fenomeni del carnevale in Campania si rivelano come una delle più ricche espressioni della cultura popolare meridionale, in cui il collettivo e l'individuale, il mitico e il quotidiano, l'economico e lo psicologico si fondono in un vero e proprio linguaggio, in una serie di segni e di simboli dotati di un'eccezionale densità semantica e di una forza d'urto destinata a provocare un «cambiamento provvisorio» di condizione sociale, esistenziale e addirittura sessuale.

Visualizza indice

Introduzione (J. Recupero)

Premessa (I. Margoni)

Il cambiamento provvisorio (A. Rossi)

Il gesto somatico ritualizzato (R. De Simone)

Il ciclo invernale (A. Rossi)

S. Antonio Abate (A. Rossi)

Le danze processuali (R. De Simone)

La canzone di Zeza (R. De Simone)

Le rappresentazioni dei Mesi (P. Apolito)

L'espulsione del male (A. Rossi)

La lamentazione funebre per Carnevale (R. De Simone)

Pulcinella (R. De Simone)

Il travestimento da donna e altre maschere (A. Rossi)

Appendice prima: Note di contestualizzazione (P. Apolito)

Appendice seconda: Descrizione dei rituali di Carnevale (gruppo di ricerca antropologica)

Appendice terza: Testi inediti (a cura di E. Bassano)

Appendice quarta: Antropologia e Computer (G. Marzano)

Tabulati

Illustrazioni

Indice dei nomi

Indice degli argomenti

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