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Vita degli Aztechi nel Codice Mendoza

di
Editore: Garzanti Editore
Prezzo: € 35,00

Informazioni: prima edizione, ricerca storica, iconografica, introduzione, commenti e traduzioni di Sebastiana Papa. - pp. 136, riccamente e interamente illustrato a colori, Milano
Stampato: 1974-11-07
Codice: 500000005009

Un uomo sogna di raccogliere un fiore e, al risveglio, lo stringe nella mano... Simile al sogno della favola fu l'incontro tra l'Occidente e gli splendori delle antiche civiltà americane; così presto esse si dissolsero e svanirono da far dubitare della loro stessa esistenza: non fosse stato per le vestigia colossali e desolate che ne rimanevano, si sarebbe potuto credere a uno di quei miraggi che così spesso avevano ingannato i viaggiatori perduti in geografie barbare.
Sull'altopiano messicano l'impero azteco era morto di delicatezza e di meraviglia. Dei erano stati creduti dai messicani i rozzi avventurieri sbarcati nel loro paese; lo stupore fu tutto da una parte: lo sguardo degli invasori era ispessito dall'avidità. Alcuni anni dovettero passare, e molto sangue scorrere, prima che la civiltà azteca, appena intravista e subito svaporata, diventasse per alcuni oggetto di curiosità, di rimpianto, persino di rimorso. Si interrogarono i superstiti, si registrarono informazioni su religione, costumi, storia; fu spesso biasimata, specie da monaci, «l'inumana ingordigia di alcuni ribaldi» che aveva trasformato un impero fiorente in polvere e rovina.
Viceré del Messico in quegli anni successivi alla Conquista, don Antonio de Mendoza intese fare un dono a Carlo V, suo lontano monarca; incaricò dunque gli artisti del popolo vinto di perpetuare in un libro pittografico la memoria di vicende, costumi e fulgori aztechi; a fianco delle immagini fece trascrivere minuziosi annali, elenchi. dei tributi che affluivano dalle città sottomesse all'ultimo imperatore Montezuma, una descrizione della vita dell'uomo azteco «dalla tomba del grembo al grembo della tomba».
Una nave parti, che portava il Codice Mendoza in Europa; i corsari la catturarono; si credette l'opera inabissata per sempre, come l'impero che descriveva; riapparve invece qualche anno dopo, nel 1553, e per un secolo navigò oscuramente tra le mani di geografi, scrittori di libri di viaggio, ambasciatori e antiquari, tra Francia e Inghilterra, finché come molte cose non approdò nella penombra e nel segreto di una grande biblioteca: la Bodleian Library di Oxford, che ancora la conserva.
Tra i tesori della miniatura e dell'immagine innumerevoli e emozionanti sono le scoperte possibili; poche opere,, tuttavia, hanno il fascino di questo codice, nato dai ricordi di un impero morto e destinato a un imperatore melanconico, che non poté mai vederlo. Nella nostra edizione fa da contrappunto alle immagini una scelta di testi nati a ridosso e nella scia, già amara, della Conquista. Testi affascinanti perché attraverso di essi ci giungono le parole e la memoria, già turbata ma non ancora completamente offuscata dal trauma, della popolazione vinta; testi importanti, anche, perché per la prima volta un dubbio li sfiora, una domanda, un'intima esitazione davanti alle violenze esercitate in nome della civiltà cristiana europea. Qui troviamo, insomma, le radici ancora timide di problemi e sensi di colpa che nei secoli successivi avrebbero infestato, sempre più profondamente e legittimamente, la «buona coscienza» della nostra società.

Il volume è disponibile in copia unica

Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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