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La Nuova Classe

Una analisi del sistema comunista

di
Editore: Società Editrice Il Mulino
Prezzo: € 12,00

Informazioni: introduzione di Spectator, prefazione dell'autore, traduzione di Luciano Serra. - pp. XXIV-236, Bologna
Stampato: 1968-08-01
Codice: 500000004028

Una nuova edizione di un testo ormai classico: una analisi del sistema comunista e di quella che, inaspettatamente, ne è divenuta la caratteristica fondamentale: la burocrazia politica, ovvero la “nuova. classe”.

A più di dieci anni dalla pubblicazione, si può dire che «La nuova classe» del Gilas è ormai divenuto un testo classico per il rigore con il quale vi si analizza la rivoluzione comunista, che, pur condotta in nome dell'abolizione delle classi, ha portato inaspettatamente al potere una nuova classe, la burocrazia politica, privilegiata e dispotica.
Il coraggio e la abnegazione del Gilas, che ha affrontato il carcere pur di sentirsi un uomo libero, ne avvalorano la testimonianza. La situazione di oggi non è certo quella di dieci anni fa. Gradualmente, in Russia, e soprattutto negli altri paesi dell’Europa orientale, sta emergendo un «modello di società revisionista» alla cui formazione ha non poco contribuito la ferma denuncia di Gilas. Come dice Arrigo Levi ne «Il potere in Russia», il modello di un comunismo «revisionista» fa propria la critica gilasiana della «nuova classe», riconosce cioè che la «nazionalizzazione dei mezzi di produzione» non produce da sola il socialismo, ma soltanto il potere del gruppo privilegiato, e che sotto questo gruppo si muovono altri gruppi e ceti sociali differenti, che hanno interessi diversi e contrastanti.

Milovan Gilas è nato nel 1911 a Kolasin (Montenegro). A Belgrado inizia gli studi universitari equi ha le prime esperienze politico-letterarie.
Membro del P. C. jugoslavo dal 1932, conosce per la prima volta in quegli anni la prigione di Sremska Mitrovica.
Quando comincia la seconda guerra mondiale è già membro del Comitato Centrale del P. C. e del Politburo. Durante la occupazione nazista il Gilas organizza la resistenza nel Montenegro, poi entra a far parte dello stato maggiore centrale. Nel primo governo del dopo guerra rappresenta la repubblica montenegrina e giunge alla vicepresidenza dopo le elezioni del ’45. Dopo il 1953, la sua posizione critica nei confronti dell’ortodossia comunista. la pubblicazione de, «La nuova classe» e quella successiva delle «Conversazioni con Stalin» lo portano ad affrontare quattro processi e a scontare complessivamente, fino all’amnistia concessagli nel 1966, nove anni di carcere.

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