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Armi e Armature Asiatiche

di
Editore: Bramante Editrice
Informazioni: introduzione di Giuseppe Tucci, in sovraccoperta: armatura giapponese di tipo mogami-do, di epoca Edo. - pp. 262, interamente e riccamente illustrato a colori e b/n, Milano
Stampato: 1974-01-01
Codice: 500000004422

Articolato in cinque settori, dedicati rispettivamente all'Armamentario militare dei più antichi Stati del Vicino Oriente, alle Armi e armature islamiche, alle Armi dell'India e del Sud-Est asiatico, alle Armi e armature cinesi, alle Armi e armature giapponesi, in un arco di tempo che spazia dalla preistoria o protostoria sino a certe realizzazioni o repliche ottocentesche (spesso motivate dalle esigenze del collezionismo europeo), il volume consegue almeno un triplice ordine di obiettivi.
In primo luogo consente al lettore di pervenire a una graduata definizione del concetto e della funzione di arma in un continente non omogeneo ma ugualmente tutto permeato di alta spiritualità: l'origine divina dell'arte di fabbricare le armi, la sacralità dell'arma legata a culti propiziatori e sacrificali, la fusione dei metalli come operazione magica o iniziatica, il valore apotropaico, di scongiuro e di identificazione, assunto da certe tipologie di arma.
In secondo luogo questa opera costituisce una rassegna, quanto possibile generale e completa, dell'evoluzione delle armi nelle rispettive grandi aree geografiche, in un rapporto concreto con gli eventi storici, militari, culturali, con le reciproche influenze fra popoli conquistatori e popoli conquistati, con la traduzione in strumenti bellici delle varie necessità offensive e difensive.
In terzo e non ultimo luogo il volume si presenta come un esauriente e affascinante repertorio iconografico di splendidi oggetti, ove artigiani-artisti - è noto che la distinzione fra arte e artigianato è concetto tipicamente occidentale - gareggiano nel profondere la propria abilità e sensibilità: dalla «damaschinatura», in cui erano maestri i forgiatori islamici, all'arte del kris, la più alta espressione della grande tradizione decorativa indonesiana, agli tsuba (i guardamano delle spade giapponesi), oggetto delle più assidue cure ornamentali.

Bianca Maria Alfieri, nata a Napoli nel 1930 e laureatasi in Lettere con una tesi di argomento orientalistico, è stata assistente di Storia dell'Arte dell'India e dell'Asia centrale e per molti anni ha «svolto corsi di arte dell'India, dell'Iran, dell'Indonesia presso l'IsMEO. Attualmente insegna Storia dell'Arte musulmana e copta all'Università di Roma. Già redattrice de Le civiltà dell'Oriente sotto la direzione di Giuseppe Tucci, ha collaborato al Dizionario Enciclopedico Italiano, all'Enciclopedia Universale dell'Arte, all'Enciclopedia dell'Arte antica, al Dizionario di Architettura e Urbanistica.

Lionello Lanciotti, nato a Roma nel 1925, è professore ordinario di Lingua e letteratura cinese presso l'Università di Venezia. Condirettore della rivista «East and West», cura la pubblicazione dei volumi della serie Cina, edita dall'IsMEO. Ha pubblicato una Letteratura cinese (Milano, 1968), un volume su Che cosa ha veramente detto Confucio (Roma, 1968) e numerosi saggi nel campo delle religioni e della letteratura cinese. Le sue ricerche attuali vertono sulle concezioni estetico-letterarie della Cina antica. Nel 1957 e nel 1972 ha fatto parte di missioni culturali in Cina.

Giorgio Mantici è nato a Roma nel 1945.
Dopo essersi laureato in Lettere con una tesi in Storia dell'Arte dell'India e dell'Asia centrale, è stato chiamato dal titolare di tale cattedra a lavorare presso la Scuola orientale dell'Università di Roma. Collabora con articoli e saggi a riviste specializzate, quali la «Rivista degli Studi Orientali», e svolge un'intensa attività di traduttore di testi specialistici sul buddhismo.

Adolfo Tamburello, nato a Palermo nel 1934, è professore straordinario di Storia e civiltà dell'Estremo Oriente presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli. Già direttore della biblioteca dell'IsMEO, ha partecipato a varie missioni culturali in Asia. Dirige la rivista «Il Giappone», pubblicata dal Centro di cultura italo-giapponese presso l'ISMEO in collaborazione con l'Istituto giapponese di cultura di Roma, e ha pubblicato i volumi I grandi monumenti del Giappone (Milano, 1971) e, con Alberto Giuganino, Il Museo Nazionale di Tokyo (Milano, 1969).

Maurizio Tosi, nato a Zevio (Verona) nel 1944, dal 1967 al 1973 è stato direttore scientifico della Missione archeologica italiana in Iran, organizzata dall'IsMEO e presieduta da Giuseppe Tucci. Ha condotto scavi e ricognizioni nell'Iran orientale e in particolare nel grande sito protourbano di Sh-ahr-i Sokhta. Le sue ricerche sono indirizzate allo studio delle prime civiltà urbane del Vicino Oriente e dell'Asia centrale e sono condotte in collaborazione con Istituti americani e sovietici. Ha inoltre partecipato a spedizioni e scavi in Italia, Cecoslovacchia, Gran Bretagna e Perù.

Visualizza indice

Introduzione

L'armamentario militare nei più antichi Stati del Vicino Oriente

Repertorio iconografico

Armi e Armature islamiche

Repertorio iconografico

Le Armi dell'India e del Sud-Est asiatico

Repertorio iconografico

Armi e armature cinesi

Repertorio iconografico


Armi e armature giapponesi

Glossario dei termini giapponesi


Repertorio iconografico

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Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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