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Peste e Società a Venezia nel 1576

di
Editore: Neri Pozza Editore
Informazioni: seconda edizione, prefazione dell'autore. - pp. 232, fotografie e illustrazioni b/n f.t., Vicenza
Stampato: 1984-03-01
Codice: 500000004560

La storia di Venezia è scandita ad intervalli quasi regolari dal dramma delle pestilenze, nel 1348, nel 1576, nel 1630, nell'età giolittiana in cui l'ultima grande epidemia dell'era moderna suggerisce a Thomas Mann la cornice per gli ultimi giorni veneziani del protagonista di Morte a Venezia.
Pochi i richiami letterari in questa peste del 1576: sono soprattutto le fonti archivistiche e tanti documenti giuridici, medici, religiosi e diplomatici a parlare e descrivere il trauma di uno stato scosso sino alle fondamenta da un male che sfugge ad ogni umano rimedio.
Falsi, «untori», falsi «miracoli», falsi «antidoti» testimoniano dello smarrimento di nobili e popolani, ma le esigenze della vita non tardano a prendere il sopravvento sulla morte. Nonostante la falcidia demografica, la crisi finanziaria, qualche sintomo di cedimento nella compatta struttura aristocratica dello stato., la Repubblica supera la crisi: il tenace amore per la «roba» che percorre i testamenti dei veneziani nei giorni più bui del contagio preannuncia e prepara la volontà di rinascita di tutta la società.

Paolo Preto è nato a Valdagno (Vicenza) il 9 settembre 1942. Professore di storia moderna nell'Università di Padova, ha collaborato con saggi e recensioni ad «Archivio veneto», «Studi veneziani», «Rivista di storia della Chiesa in Italia», «Quaderni storici» e «Critica storica». Nel 1975
 Ha pubblicato nella collana della facoltà di Magistero dell'Università di Padova (ed. Sansoni di Firenze) il volume Venezia e i Turchi.

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Prefazione

I. La Repubblica di fronte alla peste
    1. Geografia del contagio
    2. Epidemia e «ragion di stato»
    3. I provvedimenti sanitari e politici

II. Opinione pubblica e sensibilità popolare
    1. Dispute scientifiche ed «untori»?
    2. Cause naturali, influsso degli astri o castigo divino?
    3. Pratiche religiose e miracoli all'ombra del Concilio di Trento
    4. «Antidoti» e «ricordi» tra pseudo-medicina e credulità popolare
    5. L'amore della vita e della «roba»

III. La crisi delle strutture dello stato
    1. Un bilancio demografico
    2. Ricchi e poveri in tempo di peste
    3. Ripercussioni economiche e finanziarie
    4. I nobili e il senso dello stato

DOCUMENTI

I. I lazzaretti nelle descrizioni dei contemporanei
   1. Francesco Sansovino
   2. Rocco Benedetti
   3. Una tendopoli mai realizzata

II. Le dispute sulle cause della peste
   1. Gerolamo Mercuriale
   2. Andrea Gratiolo
   3. Gioseffo Daciano
   4. Annibale Raimondo
   5. Leonardo Fioravanti
   6. Gerolamo Donzellini
   7. Antonio Glisente

III. Alcune testimonianze sugli «untori»
   1. Emanuele Filiberto
   2. Alessandro Canobbio
   3. Niccolò de Rossi
   4. Fabrizio Adriano

IV. Gli «antidoti» e i «preservativi» della medicina ufficiale
   1. Gerolamo Mercuriale
   2. Andrea Gratiolo
   3. Leonardo Fioravanti

V. Gli «antidoti» e i «preservativi» della pseudo-medicina
   1. Francesco Rodoano
   2. Ruggero Conti
   3. Un anonimo
   4. Mansueto Francese
   5. Gaspare Tolentino
   6. Alessandro Battista Berbieri
   7. Giacomo Freschi Olivi
   8. Ascanio Olivieri
   9. La testimonianza del notaio Rocco Benedetti
   10. Un antidoto suggerito dal Consiglio dei Dieci

VI. Testamenti in tempo di peste
   1. Zuanmaria Bombaser
   2. Giulio Tamburino
   3. Alvise Apzel
   4. Marchio Michiel
   5. I due testamenti di Francesco Bianchi

VII. La parte istituiva degli «Scansadori alle spese superflue».

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