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Terre e Civiltà

di
Editore: Il Saggiatore
Prezzo: € 25,00

Informazioni: prima edizione, prefazione dell'autore, traduzione di Raffaele Zanasi. - pp. 400, 54 fotografie e 5 carte geografiche b/n, Milano
Stampato: 1962-11-01
Codice: 500000004029

Nessuno, interessato alla sopravvivenza della razza umana, può affermare di voler ignorare il rapporto che passa, fin dalla prima apparizione dell'attività della nostra specie in questo mondo, tra gli uomini e la terra. Perché i popoli si sono sviluppati in determinate plaghe del mondo, tralasciandone altre? Perché alcune razze si sono spinte in disperate migrazioni attraverso continenti? Alla ricerca di che cosa? Perché le grandi civiltà sono sorte lungo le rive di fiumi come il Nilo, il Tigri, l'Eufrate, l'Indo, il Gange, lo Yang-tze-kiang, lo Zambesi? È la terra che plasma gli uomini e le tribù, o sono le culture di questi popoli che riescono a trasformare la terra? L'una e gli altri insieme, naturalmente. Ma è affascinante scoprirne le cause, ritrovare i passi lasciati dall'uomo in vaste zone oggi desertiche, ma un tempo fiorenti, poiché l'uomo ha fame di terra e la divora e la distrugge, se non interviene una superiore civiltà a frenarne lo sfruttamento. Esistono dei mutamenti climatici, ma essi sono anche influenzati dalle civiltà, e quindi dalla presenza di uomini dediti a una particolare economia. La valle dell'Indo un tempo era una fitta foresta su cui cadevano regolari piogge: dopo quattromila anni di diboscamento, la terra si è Sbriciolata, è divenuta un deserto e le piogge non vengono più attirate dalla presenza delle piante. L'uomo, che in questo caso non è stato sagace amministratore delle ricchezze della natura, ha dovuto abbandonare la terra. In altre zone, solo il clima ha giocato la carta decisiva, come nel Sahara, un tempo una verde prateria. Eppure gli uomini ci sono rimasti :' Beduini, Berberi, Libici, Tuareg, Fulbe, Marocchini. Perché?
Che cosa li lega a quella terra divenuta un inferno? Sono domande difficili, a cui l'Autore risponde trovandone gli elementi nella storia, nell'economia, nelle tecniche agricole, nelle guerre e nelle religioni. Oggi bisogna tirare le somme di alcuni millenni di sfruttamento e vedere se si può conquistare ancora la terra per il benessere dell'umanità sempre crescente.

Nato a Londra nel 1910. Ha compiuto i suoi studi a Londra, in Francia e in Svizzera. Pubblicò un volumetto di poesie nel 1929 e il suo primo romanzo nel 1936.
Viaggiò attraverso l'Europa e l'America del Nord. Durante la guerra prestò servizio nella Marina britannica, e nel 1945 si ritirò in campagna occupandosi di agricoltura.
Romanziere per Vocazione, studiò in modo particolare la storia dei rapporti tra l'uomo e la terra, per esempio nei volumi The Grapevine in England e From the Wasteland.
I suoi romanzi più recenti sono quelli che hanno ottenuto il maggior successo, ma quelli più noti in Italia sono Modello 998 e Gli astri non vollero. Collabora regolarmente a «The New Statesman» di cui sta scrivendo la storia, e ad altri giornali. È anche conosciuto come autore radiofonico.

Il volume è disponibile in copia unica

Libro che può recare eventuali tracce d'uso.

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