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Le Radici Classiche dell’Europa

Le Radici Classiche dell’Europa

Autore/i: Mathieu Vittorio

Editore: Spirali Edizioni

in copertina: Valentin Tereshenko, Inverno a Maslovska, olio su tela, 1999.

pp. 226, Milano

«Cominciai con l’accorgermi, più di vent’anni fa, che il simbolo sotto cui va letta l’intera storia dell’Europa è l’avventura: nel bene e nel male. Il termine “avventura” (e “romanzo d’avventure”) nasce tardi, dall’incontro fra l’eterno Viandante germanico e la stabilità ideale del Senato di Roma; ma forme e contenuti vengono dalla civiltà ellenistica, ereditata da Roma in politica non meno che nelle arti.
Poi, per una felice occasione, mi accorsi che il primo autentico romanzo d’avventure era stata l’Odissea. Nel frattempo mi era accaduto di ritornare su un pensatore oscuro e, al tempo stesso, chiarissimo, posteriore a Omero ma anteriore alla classicità per eccellenza del V secolo ateniese: Eraclito […], divenuto importante dopo che la scienza ha preso nella nostra vita il posto che ha adesso.
La cosa più tipicamente avventurosa è la scienza: essa ci fa venire incontro continuamente cose nuove, ma queste cose nuove non esisterebbero neppure, se lo scienziato non si muovesse. Egli, senza sapere ancora che cosa siano, cerca e, mentre si muove, le cose gli vengono incontro. Tutte queste cose nascono e vengono verso di noi, sono ad ventura, nella misura in cui noi andiamo verso l’ignoto e cerchiamo di renderlo noto. L’avventura della scienza, dal punto di vista cronologico, è, forse, l’ultima avventura. Incomincia già prima, ma è quella che rimane più a lungo e che permane tuttora. In qualche modo, è quella che si è davvero estesa a tutto il mondo. Infatti, non esiste altra scienza oltre la scienza europea. È sempre la scienza europea che va all’avventura.» (Vittorio Mathieu)

Estratto del libro:
«Il greco oggi è letto da pochi specialisti, come cinquant’anni fa il sanscrito. Eppure il nostro modo di pensare si è formato nella Grecia antica, e non solo perché (poniamo) in medicina corrono parole come “eziologia”, “flogosi” o “farmaco”. Se ignoriamo l’Ellade non ci capiamo più, per una ragione profonda: mentalmente siamo nati lì. E già una volta nella storia, quando ci si accorse che si rischiava di morire culturalmente perché non si sapeva più leggere il materiale della tradizione classica (grece, non legitur), si sentì il bisogno di rinascere tornando a farlo. Il primo Rinascimento (che voleva significare: rinascita dell’uomo, non semplicemente delle “umane lettere”) si ebbe quando i dotti bizantini reimportarono in Europa il greco, convenendo al concilio di Ferrara. Oggi, non a caso Spirali parla di un “secondo rinascimento”. Pensa che ce ne sia di nuovo l’urgenza. E io penso che appunto i giovani, per rinascere, debbano ancora una volta tuffarsi lì, dove si trovano le nostre radici.» (dalla Prefazione)

Accademico dei Lincei, filosofo teoretico, membro del comitato premi della Fondazione internazionale Balzan.
Vittorio Mathieu è nato a Varazze (Savona), il 12 dicembre 1923. Laureato in Filosofia teoretica a Torino nel 1946 e libero docente nella stessa materia nel 1956, dal 1958 è stato incaricato e dal 1961 ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Trieste. Primo vincitore del concorso di Storia della filosofia del 1960, dal 1967 è stato ordinario di Filosofia, poi di Filosofia morale, nella Università di Torino. Comandato al Centro interdisciplinare dell’Accademia dei Lincei, di cui è Socio nazionale dal 1990. Dal 1972 al 1980, è stato membro del Comitato 08 del CNR. Dal 1976 al 1980 è stato membro e poi vicepresidente del Consiglio esecutivo dell’UNESCO (Parigi). Attualmente è membro del comitato premi della Fondazione internazionale Balzan.
Molte le sue pubblicazioni, tra cui: Bergson (1954); La filosofia trascendentale e l’Opus postumum di Kant (1958); Leibniz e Des Bosses (1960); L’oggettività nella scienza e nella filosofia contemporanea (1960); Il problema dell’esperienza (1963); Dio nel “Libro d’ore” di R.M. Rilke (1968); Dialettica della libertà (1970); La speranza nella rivoluzione (1972); Perché punire (1980); Cancro in Occidente (1983); Filosofia del denaro (1985).
Mathieu è inoltre autore di una Storia della filosofia (1965).
Gli interessi attuali di Mathieu vertono sul rapporto tra scienza e filosofia, entrambe indispensabili per intendere la realtà da punti di vista complementari. La scienza elabora concetti operativi, e perciò oggettivi, che però non esauriscono la realtà in tutti i suoi aspetti. La filosofia interpreta la realtà, anche in quegli aspetti che non si lasciano oggettivare operativamente, ma non sono per questo meno reali e dotati di valore. L’attività “ermeneutica” – ossia interpretativa del reale – si esplica in campo estetico, etico, storico, oltre che di filosofia generale, alla quale Mathieu cerca di contribuire con una metafisica della “differenza ontologica” tra i diversi livelli dell’essere.

Ha pubblicato con Spirali:

  • La voce, la musica, il demoniaco (2005)
  • Le radici classiche dell’Europa (2002)
  • Il nulla, la musica, la luce (1996)
  • Gioco e lavoro (1989)
  • Elzeviri swiftiani (1986)
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LA NAVIGAZIONE

L’AVVENTURA, SPIRITO DELL’EUROPA

L’ODISSEA, ALLEGORIA DELL’EUROPA
I. Dall’epos all’avventura

  • – L’Odissea e l’Europa
  • – L’avventura genera il proprio spazio
  • – Il riferirsi dell’avventura a un centro

II. Elena e Penelope

  • – Dalla guerra fra nazioni alla guerra domestica
  • – Da Itaca a Roma
  • – Il pericolo del naufragio

III. La mediazione ellenistica

  • – Dagli alessandrini ai romantici
  • – Il “moderno” conseguenza del “classico”
  • – Romanticismo ante litteram
  • – L’educazione sentimentale non è per Ulisse
  • – Autoironia e parabola
  • – Il romanzo dopo l’Odissea

IV. La nave e il cavallo

  • – La tentazione della nave
  • – I due vettori dell’avventura europea
  • – Il concavo e il convesso

V. Le avventure di Ulisse

  • – Solitudine
  • – La socievole insocievolezza del mare
  • – Circe
  • – La Nékyia

VI. Conclusione
Note ad alcuni libri dell’Odissea

  • – Libro I, La telemachia
  • – Libro IV, La ricca Sparta
  • – Libro VI, I Feaci e Nausicaa
  • – Libro VIII, Il racconto di Ulisse
  • – Libro X, Circe o la discesa agli Inferi
  • – Libro XI La secolarizzazione
  • – Libro XIII L’ira di Ulisse
  • – Libro XVIII, “San giunto con odio”
  • – Libro XXI La gara con l’arco

ERACLITO
I. Il personaggio e l’ambiente

  • – I “frammenti”
  • – Efeso
  • – La legge del cosmo e della città

II. Il linguaggio

  • – La Sibilla
  • – “La natura ama nascondersi”
  • – Contro il “nozionismo”
  • – Poeti e prosa tori associati
  • – Filosofia e ricerca
  • – Un frammento controcorrente
  • – Le “connessioni”

III. Tutto scorre

  • – L’equivoco scettico
  • – Il fiume e il mare
  • – Il respiro cosmico

IV. Il circolo degli elementi

  • – Il “piccolo circolo” intracosmico
  • – Dall’uno tutte le cose
  • – Non “panteismo”
  • – L’ordine della natura

V. Il tempo e la morte

  • – Alternanza e tensione
  • – L’evo che “gioca”
  • – Contrasto, in attesa della morte
  • – L’armonia invisibile
  • – Contesa, non violenza
  • – Giudizio finale?

VI. Il risveglio dei dormienti

  • – Il discorso che “è sempre”
  • – Il chiasmo
  • – Il logos
  • – Il problema etico
  • – Il problema ontologico “Indagai me stesso”
  • – Tra il fiume e il fuoco
  • – La luce nella notte
  • – I misteri

VII. Eraclito e noi

  • – Mancanza di una “scuola”
  • – Eraclito e Hegel
  • – Eraclito e Goethe
  • – Eraclito e il “postmoderno”
  • – Oggi e domani

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