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Le Parole del Corpo

Le Parole del Corpo

Modi di dire, frasi proverbiali, proverbi antichi e moderni del corpo umano

Autore/i: Forconi Augusta

Editore: SugarCo Edizioni

premessa dell’autrice.

pp. 320, ill. b/n, Milano

La frase riportata sul retro della sovracoperta (con la relativa e necessaria traduzione) avrà già fatto capire al lettore che l’intento di questo libro è quello di riproporre modi di dire della lingua italiana (antichi o moderni, coniati da famosi autori o partoriti dalla fantasia popolare, garbati o screanzati) che, dopo essere stati utilizzati in un arco di tempo più o meno lungo, sono ormai caduti in disuso. Ma non solo: vengono anche riproposte espressioni che, ancora adoperate, hanno però perso il loro vero significato o che apparentemente nulla più conservano dell’originale letterarietà (un solo esempio: «fare orecchie da mercante» risale a Michelangelo il quale, fra la Cappella Sistina e la cupola di San Pietro, trovava anche il tempo di dare il suo contributo all’arricchimento della lingua).
Il lettore avrà poi notato come questi modi di dire abbiano in comune un’altra particolarità: appartengono tutti a un ambito, per così dire, corporale, perché è sempre presente almeno una parola che indica una qualsiasi parte del corpo umano (orecchio, mento, gomito ecc.). E questo il filo conduttore che lega le locuzioni, le frasi proverbiali, i proverbi veri e propri citati nel testo: grazie ad alcune figure retoriche quali la metafora, la metonimia, la similitudine, l’iperbole ecc., il significato proprio, «corporale», della parola o della frase si annulla, lasciando emergere quello figurato, che col corpo spesso non ha più nulla a che vedere. Per esempio, «barba» dal significato proprio che tutti conosciamo viene a indicare autorità ed esperienza grazie alla figura retorica della metonimia; per sineddoche si passa dal significato proprio di «bocca» a quello figurato di «persona che mangia» (ho sei bocche da sfamare) o di «persona che parla, o sparla» (è una bocca d’inferno); è per similitudine che due persone diventano come carne e unghia, ossia amiche intime; mentre e per iperbole che, allo scopo di sfruttare qualcuno, gli si succhia il sangue e gli si toglie la pelle, e così via.
Le locuzioni e i modi di dire qui raccolti provengono per la maggior parte da opere letterarie, antiche e moderne, e, nei limiti del possibile, si è cercato di indicare sempre l’autore che li ha coniati o che per primo li ha usati, basandosi sia direttamente sui testi sia sulle attestazioni dei vocabolari storici ed etimologici. Tutto questo non faccia però temere che si tratti di un’arida elencazione 0 di una dotta trattazione rivolta solo agli specialisti. L’autrice infatti ha saputo evitare questo rischio elaborando un testo scorrevole, brillante, intriso di una sottile vena d’umorismo, che avvincerà il lettore e,, al tempo stesso, gli svelerà zone inesplorate del nostro affascinante idioma.

Augusta Forconi è nata e vive a Roma, ove da molti anni si occupa di cose lessicografiche: ha preso parte alla redazione di alcuni fra i più importanti vocabolari italiani pubblicati dal 1970 ad oggi; attualmente è uno dei redattori del Vocabolario della Lingua Italiana, in più volumi, in corso di pubblicazione presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana (Treccani).

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