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Le Figlie delle Acque – Presenze del Femminile nel Mito e nella Letteratura

Le Figlie delle Acque – Presenze del Femminile nel Mito e nella Letteratura

Titolo originale: Mythologie des Filles des Aaux

Autore/i: Bulteau Michel

Editore: ECIG – Edizioni Culturali Internazionali Genova

traduzione di Maurizio Cuccu.

pp. 176, Genova

L’apparente imperturbabilità delle superfici acquoree abbaglia e con il suo ipnotico flusso trascina, attraendo illusoriamente verso gli immaginati fondali, ricchi di gemme, regno delle ammalianti e menzognere Naiadi. L’acqua è uno specchio e dello specchio può diventare un’impropria imitazione. Per questo le Figlie delle Acque, come inconsolabili controfigure di Narciso, corteggiano la trasparenza delle acque che rimanda le loro bellezze, e in quei medesimi riflessi, sprofondano con improvvisi soprassalti. Attraggono vittime da cui ambiscono estatica contemplazione.
Ma l’attrazione non è soltanto per l’immagine che di loro consentono; la loro bellezza trascina anelante verso l’ombra di Selene, perlacea memoria di abbandono, di sonno, di morte…
Le sirene, divinità acquoree e celesti ad un tempo, promettono immortalità in cambio della vita. Adducono ai sommersi segreti del cuore e delle sparse lune dell’Universo. Sono Viviana la conturbante, Morgana la tenebrosa, Melusina l’orientale, capaci di sedurre pericolosamente. Ma come sottrarsi alla chimera del loro ineguagliabile canto?

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