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Le Feste degli Ebrei

Le Feste degli Ebrei

Il viaggio di un teologo cristiano attraverso l’anno liturgico ebraico

Autore/i: Cox Harvey

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Paolo Pellizzari, in sovracoperta: sposo ebreo ortodosso al suo banchetto nuziale.

pp. 368, Milano

«Cox presenta una visione dell’ebraismo così ricca e così piena di simpatia e di vita quale mai, finora, era venuta da un non ebreo. Questo profondo resoconto, di uno che è un po’ fuori e un po’ dentro, risulterà affascinante sia per gli ebrei sia per i cristiani. Ancora una volta tutti noi abbiamo molto da imparare da Harvey Cox.» (Arthur Green rabbino, Brandeis University)

Nell’antico tempio di Gerusalemme, prima dell’area interna dove erano ammessi solo gli ebrei, ve n’era una chiamata «cortile dei gentili», dove potevano entrare anche i non ebrei. È collocandosi idealmente lì che Harvey Cox, uno dei più noti teologi cristiani dei nostri giorni, ha scritto questo libro. Tutto è partito dall’incontro con una donna ebrea, Nina Tumarkin, docente universitaria di storia russa, divenuta sua moglie: «Il matrimonio mi ha catapultato in un intrico di zie, zii, nipoti e cugini, così che la maggior parte di quanto ho imparato sull’ebraismo non è venuta dai libri», fa sapere l’autore con una punta di legittimo orgoglio. «Come marito di una donna ebrea, mi sono fatto finora quindici anni di feste ebraiche, shabbat, riti, studi della Torah, musica klezmer, preghiere, riunioni di famiglia, barzellette, pettegolezzi e gefilte fish». L’ebraismo raccontato qui non è fatto di scritti e di concetti, ma di canti, odori, sapori, suoni, sentimenti. Più che con una religione, in questo libro ci si incontra con la vita, con il ritmo quotidiano degli ebrei e delle ebree osservanti. In questa prospettiva esistenziale, non dei dogmi ma delle feste, il lettore viene introdotto nell’anno liturgico ebraico, dove scopre il fascino di celebrazioni antichissime quali Yom Kippur e Rosh ha-Shanah, Purim e Pesach, nonché il rito nuziale, quello funebre, la festa per la maggiore età. Ma la particolare identità di Harvey Cox teologo cristiano fa sì che, oltre alla narrazione, si presentino confronti e contrasti, analogie e differenze, tra ebraismo e cristianesimo, e lo fa da un punto di vista così privilegiato che mette in luce ciò che alla gran parte dei rabbini, dei preti e dei ministri è destinato a restare necessariamente oscuro. Ne risulta un libro del tutto particolare, dove dottrina, liturgia e vita si intrecciano in modo originalissimo e l’inesauribile miniera di saggezza spirituale dell’ebraismo risalta in tutta la sua attualità.

Harvey Cox, professore di teologia alla Harvard University, è il più noto teologo americano. Autore di bestseller internazionali che hanno segnato la teologia contemporanea come La città secolare, La festa dei folli, La seduzione dello spirito, è sposato con una donna ebrea, Nina Tumarkin, che insegna storia russa al Wellesley College. Il figlio nato dal loro matrimonio, Nicholas, viene educato secondo la religione ebraica.

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