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L’Avventura dei Fenici

L’Avventura dei Fenici

Autore/i: Herm Gerhard

Editore: Garzanti Editore

traduzione dal tedesco di Gianni Pilone Colombo.

pp. 328, 8 tavv. b/n f.t., ill. b/n, 2 cartine b/n, Milano

Ci sono popoli che hanno raccontato tutto di sé, come i Greci e i Romani, e altri, come i Fenici, che per parte loro hanno taciuto, ma sono stati oggetto continuo di pettegolezzo. Ci resta notizia della loro cattiva fama di rapitori di bambini e ragazze ben torni te, di commercianti avidi e infidi, di cultori di riti amorali e raccapriccianti, come la prostituzione sacra e i sacrifici umani. Testimonianze di parte che culminano nella bellicosa dichiarazione di Catone: «Chartago delenda est.»
In realtà questo piccolo popolo era scarsamente interessato alla storia e all’obbligo connesso di fondare grandi imperi, mentre si dedicava con passione e profitto al commercio e alla tecnica. Si trovò così a dover difendere la sua autonomia tra il susseguirsi di imperi universali (assiri, babilonesi, persiani, macedoni) e in concorrenza con i Greci, dei quali, peraltro, aveva contribuito a fondare la civiltà.
Il tentativo tardo di Cartagine di adeguarsi alla mentalità imperialistica dell’epoca non ebbe, come si sa, il risultato desiderato.
I Fenici furono dunque degli sconfitti, nonostante l’invenzione del vetro, la circumnavigazione dell’Africa, la progettazione e la realizzazione, con l’aiuto degli Egizi, della prima versione del canale di Suez.
A Salomone vendevano « oro, argento, avorio, scimmie e pavoni» che portavano nel golfo di Aqaba dalla misteriosa Ofir (lo Yemen o l’Etiopia). Ma nemmeno i consanguinei ebrei Ii ebbero in simpatia: anzi, Ii ricambiarono identificando Rer-Hinnom, luogo sacro dedicato al culto del dio Baal, nei pressi di Gerusalemme, con la Geenna: l’Inferno.
Tuttavia finché non furono schiacciati definitivamente, da Alessandro e poi da Roma, continuarono a insediarsi sulle loro isolette vicino alla costa, o su promontori rocciosi, quasi inaccessibili da terra, e a fondare città che distavano un giorno di navigazione l’una dall’altra.
A lungo avvolti nel mistero e nella diffidenza che crearono intorno a loro i vincitori greco-romani, solo nell’ultimo secolo i Fenici sono stati studiati senza pregiudizi e meglio conosciuti.

Gerhàrd Herm, in questo volume, ce ne racconta la storia, armato delle ricerche più recenti, di uno stile vivace e di un’affettuosa simpatia.
Nato nel 1931 a Crailsheim, Gerhard Herm vive a Ottobrunn presso Monaco. Dopo avere studiato storia ed economia prima negli U SA e poi a Monaco, ha lavorato per la radio e la televisione. Risale a questo periodo una serie di documentari sulle civiltà mediterranee e su temi economici. Nel 1972, Herm ha ricevuto il premio «Ernst Schneider» per il miglior film d’argomento economico dell’anno. Ha collaborato a vari volumi di saggistica e ha pubblicato due libri.

 

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