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L’Anello di Acque Lucenti

L’Anello di Acque Lucenti

Titolo originale: «Ring of Brigth Water»

Autore/i: Maxwell Gavin

Editore: Rizzoli

prima edizione, traduzione di Andreola Pizzetti Vettore.

pp. 192, numerose tavole in bianco e nero fuori testo, numerose illustrazioni in bianco e nero, Milano

«Nello scrivere il libro sulla mia casa, non ho dato al luogo il suo vero nome. E questo, non per il desiderio di creare misteri non sarebbe davvero difficile per il curioso scoprire dove vivo ma perché consegnarlo alla notorietà della stampa mi sembrerebbe, in certo modo, sacrificare e tradire il suo remoto isolamento, come se, così facendo, lo offrissi in pasto ai suoi nemici, industria e la vita urbana. Camusfeàrna, così ho chiamato, la Baia degli ontani, dagli alberi che crescono lungo il torrente; ma il nome ha poca importanza, perché baie e case simili, vuote e da lunghe stagioni disabitate, sono disseminate lungo i tanti selvaggi bracci di mare delle Western Highlands e delle Ebridi, e nella descrizione di una di queste il lettore può forse ritrovare una somiglianza con altre che egli stesso ha amato, perché questi luoghi sono simboli. Simboli, per me e per molti altri, di libertà dalle catene delle sovrappopolate comunità umane e dai lacci dei rapporti interpersonali, dal certo meno complesso carcere delle mura e delle ore di ufficio: o semplicemente, libertà dalla prigionia della vita adulta ed evasione nel dimenticato mondo dell’infanzia, dell’individuo e della razza. Sono convinto, infatti, che l’uomo ha molto sofferto della separazione dalla natura e dalle altre creature viventi che popolano la terra; l’evoluzione dell’intelletto lo ha liberato dalle sue necessità di animale: ma se tiene al suo equilibrio psichico, deve tuttora conservare il contatto con un qualche aspetto della natura, come accadeva prima che se ne distaccasse. Questo libro, dunque, parla della mia vita in un cottage solitario sulla costa nord-occidentale della Scozia, degli animali che lo hanno diviso con me, e degli altri che sono gli unici miei immediati vicini in un paesaggio di scogli e di mare.»
Nel dare alle stampe il libro, nel 1959, Gavin Maxwell vi premise queste brevi parole di introduzione. E non si sarebbe potuto indicarne, in modo più chiaro e succinto, il contenuto e lo spirito che lo informa. Da allora in molte parti del mondo (è stato tradotto in una quindicina di lingue) milioni di lettori si sono appassionati alla storia di Camusfeàrna. Della vecchia casa del guardiano del faro oggi non rimangono che i ruderi e le ceneri, e sono scomparsi gli animali, e con gli animali l’autore di cui questi hanno condiviso l’esistenza. Ma lo spirito di Camusfeàrna, se così si può chiamare, ha contagiato la maggior parte di coloro che hanno letto queste pagine; né il mito creato da Maxwell sembra avviato a perdere il suo fascino, se oggi, dopo quasi vent’anni, la figura dell’autore, questa costa, i suoi animali, le sue isole costituiscono il tema centrale di sempre nuovi libri.

Gavin Maxwell, nato nel 1914 a Wigtownshire in Scozia, è morto nel 1969, fu pittore, poeta, giornalista e autore di libri di viaggi ed autobiografici. Il suo primo libro: «Harpoon at a Venture» (1952), che descrive il suo tentativo di creare una flottiglia per la caccia ai pescecani e una fabbrica per la lavorazione del prodotto nelle Ebridi, fu tradotto in italiano; come tradotto fu anche il suo ritratto di Salvatore Giuliano: «God Protect Me From My Friends» (1956), pubblicato a puntate da un quotidiano. Alla vita di una comunità siciliana è dedicato «The Ten Pains of Death» (1959); «A Reed Shaken by the Wind» (1958) narra le esperienze di viaggio dell’autore in Iraq; «Lords of the Atlas» (1966) è uno scorcio storico del Marocco moderno. Ma i suoi libri migliori, che gli hanno dato la fama, sono quelli autobiografici: «The House of Elrig» (1965), le memorie della sua infanzia scozzese; e soprattutto la trilogia di Camusfeàrna: dopo «A Ring of Bright Water», «The Rocks Remain» (1963) e «Raven Seek Thy Brother» (1968), cui fanno da (tragico) filo conduttore le vicende delle sue lontre.

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