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L’Anello della Memoria

L’Anello della Memoria

Autore/i: Fantechi Cristina

Editore: Belforte Editore Libraio

unica edizione, presentazione di Ferruccio Masini, in copertina disegno di Francesco Bertini.

pp. 56, Livorno

Cristina vede le cose attraverso una nebbia sottile, una nebbia dorata dove Samarcanda è «un mosaico azzurro» e l’alba risveglia «alfabeti carnali»: intreccia tra la riva del sonno e quella della devastazione («che mi devasti la furia del tuo nome» – dice un verso bellissimo) il suo filo di rugiada e d’ombra perché le cose possano rivelarsi ad un “altro” sguardo, lasciarsi persuadere ad esistere dall’amore di quell’”altro” sguardo. La poesia di Cristina non nasce dagli itinerari funamboleschi di un’anti-letteratura, come rifiuta i segni esangui di una letteratura satura di se stessa: forse è per questo che Cristina è la sua poesia, allo stesso modo che un fiore è la sua semplice vita e la notte l’innamorarsi del mare. Bisogna accettare il peso di questa sconfinata libertà per comprendere come nelle parole di questa poesia un mondo umiliato e distrutto torni intatto alle sorgenti della creazione e si lasci modellare ancora una volta, quasi bastasse (e questo è il prodigio) emettere un breve sibilo dalle labbra per sciogliere le nubi e far tornare la pioggia su una terra assetata. Così fanno i bambini e i maghi, quando vogliono incominciare un tempo nuovo, evocare il misterioso ritmo delle maree e dei flussi astrali, precipitare il loro desiderio senza una discesa di leggende come quelle lunate che da sempre ti attendono sul ciglio della notte. Questa poesia è tenera e forte come un incantesimo: si può ritrovare in essa anche l’eco delle voci perdute e la malinconia dei sorrisi dimenticati. Ci si può piegare verso le sue «distanze irraggiungibili» e accorgersi d’un tratto che, ecco, esse sono anime, inspiegabilmente e dolcemente. come se pronunciare il nostro stesso nome fosse virtù di un sortilegio e si paresse comprendere finalmente che molte sono le «meraviglie del fuoco», ma leggermi attraverso è vivere fino all’ultima disperazione la gioia di chi arde. (Dalla presentazione di Ferruccio Masini)

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Argomenti: Letteratura, Poesia,

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