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L’Academiuta Friulana e le Sue Riviste

L’Academiuta Friulana e le Sue Riviste

Autore/i: Pasolini Pier Paolo

Editore: Neri Pozza Editore

introduzione e cura di Nico Naldini, nota di Gianfranco Folena.

pp. 252, illustrazioni b/n, Vicenza

Le riviste friulane – linguisticamente rappresentative del Friuli «di cà da laga», cioè a occidente del Tagliamento -, pubblicate a Casarsa da Pier Paolo Pasolini in anni difficili fra l’aprile 1944 e il giugno 1947, nell’ultimo anno di guerra e di lotta partigiana, con la tragedia della morte del fratello Guido, e nei primi due della ricostruzione, costituiscono oggi rarità bibliografiche, e pochissime sono le raccolte complete esistenti presso biblioteche o privati.

Nel loro insieme questi fascicoli offrono testimonianze preziose della poesia e del pensiero di Pasolini e della nascita del neofelibrismo friulano, così legato ad altre esperienze romanze particolarmente di lingue minoritarie, e costituiscono una delle prime, più serie e generose riflessioni sul destino di una cultura regionale dentro un quadro italiano e romanzo e sul senso di un’azione autonomistica.
(Dalla Nota di Gianfranco Palma)

Questa nuova riproduzione anastatica (dopo quella a cura di Folena e del «Circolo filologico linguistico padovano» del 1983) è preceduta da una densa prefazione di Nico Naldini, cugino di Pier Paolo che con lui visse l’esperienza dell’Academiuta e degli «Stroligut». Lo scritto di Naldini rievoca l’ambiente che suscitò «l’energia amorosa, i canti e i cori leopardiani» della loro gioventù che ispirano quelle riviste: la terra delle risorgive al di qua del Tagliamento con «l’odore del fumo dei focolari, le campane, i temporali, le primule di febbraio». Traccia la biografia del gruppo di amici e sodali che dal ’44 si strinsero attorno a Pasolini assecondando il suo tentativo di usare il dialetto casarsese come lingua per esprimere affetti e sentimenti al limite dell’inesprimibile, e per prendere coscienza della tradizione e della storia della Patria del Friuli Ricostruisce dall’interno la nascita, nel ’45, dell’Academiuta, l’evolversi della sua poetica, con i tentativi di dar vita a generi poetici nuovi, fino alla ricerca di consonanza con i poeti di altre lingue romanze moderne attraverso l’esperimento delle traduzioni.
Ma lo scritto di Naldini è prezioso soprattutto per le informazioni che ci offre sui testi pasoliniani, indicandoci i rimaneggiamenti e le ristampe cui furono sottoposti dopo essere comparsi negli «Stroligut», e fornendoci per la prima volta la traduzione interlineare di quelli che non sono mai stati ripubblicati in raccolte successive.

Domenico (Nico) Naldini è nato a Casarsa in Friuli nel 1929 da Antonio e Enrichetta Colussi sorella di Susanna, madre di Pier Paolo Pasolini. Ha lavorato nell’editoria, nel giornalismo e nel cinema, a Milano e a Roma. Ora vive a Solighetto (Treviso). Alla figura e all’opera di Pasolini ha dedicato le seguenti pubblicazioni: Nei campi del Friuli. La giovinezza di Pasolini, 1984; i due volumi dell’Epistolario, 1986-88; Pasolini, una vita, 1989; Un paese di temporali e di primule, 1993.

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