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La Vita Familiare e Sociale degli Indiani Nambikwara

La Vita Familiare e Sociale degli Indiani Nambikwara

Un modello di ricerca antropologica

Autore/i: Lévi-Strauss Claude

Editore: Giulio Einaudi Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Paolo Caruso.

pp. 188, nn. illustrazioni b/n, Torino

Uscita a Parigi nel 1948, quest’opera raccoglie in un’organica monografia il frutto dei lunghi mesi di ricerca etnografica che, dieci anni prima, Claude Levi-Strauss aveva trascorso fra i Nambikvvara, una delle più «primitive» popolazioni del Mato Grosso. È l’unico volume in cui si sia trasmessa l’esperienza sul terreno del celebre antropologo; e non a caso è dedicato alla società indigena che più profondamente ha scosso e permeato la sensibilità culturale di Levi-Strauss, durante i suoi viaggi nei «tristi tropici» dell’America del Sud. Questa simpatia personale, unita al rigore scientifico del grande studioso, dà luogo a un’indagine unica nella pur ricca letteratura etnografica degli ultimi decenni. Ogni aspetto della cultura nambikwara viene descritto e analizzato: vita quotidiana e vincoli di parentela, pratiche magiche e forme di commercio, regole linguistiche e atteggiamenti psicologici, rapporti sessuali e teoria della morte. E il lettore, in un salutare spaesamento, vive l’avventura dell’etnografo che per la prima volta s’accampa nella boscaglia con gli Indiani, ed «è preso dall’angoscia e dalla pietà di fronte allo spettacolo di questa umanità cosi totalmente indifesa». Ma, come l’etnografo, finisce per invidiare la loro miseria «animata da bisbigli», il loro accoppiarsi «nella nostalgia di una unità perduta», le loro carezze che «non s’interrompono al passaggio dell’estraneo»: perché coglie in tutti «un’immensa gentilezza, una profonda indifferenza, un’ingenua e deliziosa soddisfazione animale, […] qualche cosa insomma che assomiglia all’espressione più commovente della tenerezza umana».

Claude Levi-Strauss è nato nel 1908 a Bruxelles da genitori francesi. Dopo le esplorazioni nel Mato Grosso (1935-39) e l’esilio americano durante l’occupazione nazista, è tornato a Parigi, dove insegna antropologia strutturale al Collège de France. Tra le sue opere tradotte in italiano: Tristi tropici (Il Saggiatore, 1960), Il totemismo oggi (Feltrinelli, 1964), Il pensiero selvaggio (Il Saggiatore, 1964), Antropologia strutturale (Il Saggiatore, 1966), Il crudo e il cotto (Il Saggiatore, 1966), Razza e storia e altri studi di antropologia (Einaudi, 1967) e Le strutture elementari della parentela (Feltrinelli, 1969).

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