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La Saggezza Indiana

La Saggezza Indiana

Nei Veda e nel Vedântismo

Autore/i: Autori vari

Editore: Rusconi

a cura di Gabriele Mandel.

pp. 160, ill. b/n, Milano

All’incirca nel 3500 a.C. prese origine nella “valle dell’Indo” una civiltà che – fra le più preminenti al mondo – elaborò un pensiero filosofico e religioso sotto vari aspetti ancor oggi determinante ed attivo. Ignorata sino a poco dopo la I guerra mondiale, questa “civiltà vallinda” rivela oggi, alla luce dei non moltissimi reperti recuperati, un’urbanistica esemplare, indice di una vita sociale particolarmente progredita.
Essa giunse a formulare il concetto di un Dio origine dell’universo fenomenico, dal quale sorge una catena duale di progressioni negative e positive alla base di una realtà matematica: Dio divenne il punto (hindu) iniziale da cui derivò anche il segno grafico dello zero, con la relativa sequenza di numeri positivi e negativi.
Nel 1500 a.C. circa le successe la civiltà degli Àrya. Essi avevano una propria religione mitologica – relativamente affine a quella di altre tribù nomadiche ariane che successivamente invasero l’Europa – a cui affiancarono il racconto delle gesta della loro conquista, creando grandi poemi religiosi. Base del pensiero ârya sono i quattro Veda, compilati fra il 2000 e il 1200 a.C. secondo alcuni studiosi, tra il XV e il V secolo secondo altri. A partire dall’800 (o 600) a.C. vi si aggiunsero vari manuali esplicativi o integrativi, i principali dei quali sono i Brâhmana, gli Àranyaka e le tredici Upanisad classiche, che svilupparono il concetto di Brahman-Àtman (Brahman: il Dio supremo inconoscibile; Àtman: il Se individuale dell’essere umano).
Nel frattempo vennero via via compilati due grandi poemi epico-religiosi, che adombravano soprattutto le conquiste ârya dell’India: il Mahâbhârata (di circa 220.000 versi) e il Râmâyana (di circa 24.000 distici). Tra l’800 e il 100 a.C. nel Mahâbhârata venne interpolato il «grande poema del beato Krsna», la Bhagavad-Gîtâ: un testo ricco di insegnamenti etici, sintesi dei sei sistemi filosofici indiani.
Da questa massa di testi filosofici, simbolico-mistici e cognitivo-religiosi il curatore del volume ha tratto i passi più significativi, le frasi più rappresentative, per darci un panorama esauriente del grande pensiero ariano dell’antica India.

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