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La Mia Voce per la Libertà

La Mia Voce per la Libertà

Da bambina senza futuro a star internazionale: la commovente storia vera di una monaca buddista

Autore/i: Ani Chöying Drolma

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prefazione di Matthieu Ricard, prologo dell’autrice, traduzione di Anna Pardo.

pp. IX-230, Milano

«Non ho alcun rimpianto. Anzi, credo di avere più di quanto ogni donna possa desiderare. Sono libera. Di dormire tutta la notte, se voglio, e anche tutto il giorno, di viaggiare, di parlare a chi voglio, per tutto il tempo che mi dice il cuore. Vado dove voglio, quando voglio. E questo, per me, è impagabile. Con un uomo, anche se ne fossi innamorata, questo stato di cose cambierebbe, per forza. Oggi sono libera. Completamente libera, fisicamente, economicamente, mentalmente. Posso aiutare gli altri, e questo basta alla mia felicità. Sinceramente, non saprei che cosa un uomo potrebbe darmi di più… a parte delle seccature! Tanto vale mettermi in prigione».

«In questo racconto autobiografico, Ani Chöying Drolma ci mostra come, dopo essere stata fisicamente e moralmente ferita da un padre violento, ha saputo passare dall’odio alla compassione, dalla schiavitù alla libertà e dalla sofferenza alla pace interiore.» (Dalla Prefazione di Matthieu Ricard)

Alla piccola Pomo è stata rubata l’infanzia: costretta fin dalla più tenera età a subire la violenza arbitraria del padre e ad assistere a quella sull’adorata madre, si difende indurendo il proprio cuore, per cercare di renderlo impermeabile alla sofferenza. Diviene una sorta di maschiaccio, che menando le mani si fa rispettare in tutto il quartiere della sua Katmandu. L’odio monta dentro di lei e l’unica cosa di cui è certa è di non volere mai, in futuro, vivere come la madre, schiava di un uomo. Decide allora, ancora bambina, di diventare monaca. Entrata nel monastero buddista di Nagi Gompa con il nome di Ani (sorella) Chöying Drolma, sotto la guida del maestro Tulku Urgyen Rinpoché riesce ad abbandonare l’odio, il disprezzo e il rancore e ad aprirsi alla compassione e all’amore per gli altri. La nuova serenità richiede un impegno costante, che Chöying esprime con la sua bellissima voce, cantando i mantra della tradizione contemplativa buddista. Ben presto, Chöying uscirà dai confini del suo rifugio e del Paese, e metterà il proprio talento al servizio di un sogno: la costruzione di una scuola per giovani monache. La sua determinazione e l’aiuto di un musicista statunitense, ospite del monastero, fanno il resto: Chöying diventa una star internazionale della musica, che usa la voce per la libertà delle donne. Con le continue tournée in Europa, Asia e Stati Uniti raccoglierà fondi per dare un futuro alle bambine di strada del Nepal, grazie all’attività della Arya Tara School.

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