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La Mia Azienda sta Stirando le Cuoia – 1000 Curricula Ridicula dell’Italia che Cerca Lavoro

La Mia Azienda sta Stirando le Cuoia – 1000 Curricula Ridicula dell’Italia che Cerca Lavoro

Autore/i: Consul Enza

Editore: Sperling & Kupfer Editori

introduzione dell’autrice.

pp. XVI-208, Milano

In questo libro:

«Sono geometra e ho il fisic du rolex.»
«Dopo 20 anni mi sono rotto a tutte le esperienze.»
«Vi scrivo perchè voglio diventare un manager con l’A maiuscola.»
«Voi che siete il feltro dell’Azienda…»
«Gent. Dott., ecco la mia testa su un piatto d’argento.»
«Voglio cambiare perchè qui non si ricava più un buco dal ragno.»
«Ho maturato un’esperienza a 380 gradi nel settore.»

Per carità, aspiranti a un posto, non cominciate mai un vostro curriculum vitae facendo dichiarazioni che smentite subito dopo nella compilazione dello stesso. Ad esempio: «Non mi piacciono le divagazioni arrivo subito al dunque, prima pero per la cronaca devo premettere…» Che cosa siete? Lo Stato, che comincia smentendo di fare quello che sta facendo o addirittura ha già fatto? Che serietà è attribuibile a uno che attacca a divagare per convincere che non gli piacciono le divagazioni? Ma, se non siete culturalmente sicuri, non esagerate neppure nelle citazioni. Non vi conviene, dunque, esordire brillantemente con un: «Non sono un Superman, ogni uomo ha il tallone d’Achille…» che è una desolante confessione di ignoranza non in materia di letteratura e di mitologia greca, ma, il che è più grave, in materia di fumetti e di mitologia nordamericani. L’eroe di massa Superman, essendo stato appunto creato sul modello di Achille, ha il suo tallone omonimo, costituito dall’idiosincrasia per la kryptonite. E neppure fate troppo gli spiritosi, magari esagerando in disinvoltura: «Durante il mio week-end al mare mi è caduto l’occhio e anche incidentalmente gli occhiali sul Vostro annuncio…» Chi esamina il vostro curriculum è consapevole di esercitare un mestiere difficile e fragile e quindi è più sensibile al ridicolo: insomma, è suscettibile e puntiglioso. «Esiste una ricca bibliografia su come scrivere un curriculum per rispondere a un’inserzione, ma non ci risulta sia stato scritto un libro su come non rispondere a un annuncio. Per tale motivo, la lettura di quest’opera potrà far meditare e dare utili indicazioni a chi è seriamente interessato a proporsi sul mercato del lavoro», afferma Enza Consul, a nome dei suoi amici e collaboratori in quest’antologia dell’errore umano. Enza Consul e la sua complice si occupano di selezione del personale, rispettivamente come consulente e come responsabile in ambito aziendale. E qui ci offrono il fior fiore del peggio raccolto in quindici anni di attività, perché, infatti, a quindici anni fa risale la prima idea di questa impresa. Il contenuto e, in un certo senso, sconvolgente, perché l’errore umano è dotato di una fantasia estrema, di una varietà e di una sovversività che possono provocare il riso sino alle lacrime o viceversa. L’atteggiamento di chi legge diventa dialettico, la sfrenata paradossalità degli sfondoni non induce affatto a un senso di superiorità nei confronti dei peccatori ma è, al contrario, una specie di informazione di garanzia per la nostra presunzione. La compilazione di un curriculum non dovrebbe esser presa così alla leggera. In fondo, si tratta di tracciare la propria biografia. È un’occasione essenziale per parlare di sé. Un atto pubblico di una privatezza scandalosa. «Cerco una collaborazione con una Azienda di respiro internazionale che mi offra l’opportunità di potere aspirare a…» Ne va della vita, insomma. Questo, a suo modo, è un manuale di sopravvivenza.

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