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La Francia al Tempo della Rivoluzione

La Francia al Tempo della Rivoluzione

(1789-1795)

Autore/i: Bertaud Jean-Paul

Editore: Rizzoli

introduzione dell’autore, traduzione di Maria Grazia Meriggi.

pp. 336, ill. b/n, Milano

Libertà, eguaglianza, fraternità. I sacri princìpi della Rivoluzione francese applicati alla vita civile di tutti i giorni significano una rivoluzione della vita quotidiana come non si era mai vista e non si era mai nemmeno pensata fino ad allora.
Chi visse quei giorni, quell’epoca, ebbe la sensazione nettissima che il mondo intero stesse cambiando: il cielo era sceso in terra, l’immaginazione era per la prima volta al potere. Si cambiano i nomi dei mesi: non più agosto, settembre, novembre, ma fruttidoro, vendemmiaio, brumaio. Si cambia il modo di contare gli anni: non più dalla nascita di Cristo, ma dalla nascita della Repubblica. Si abolisce la religione, si istituisce un nuovo culto, quello della Patria e della Ragione, che ha i suoi santi, i suoi martiri, le sue cerimonie e i suoi simboli. Cambiano persino il modo di vestire e il modo di acconciarsi i capelli. La picca simboleggia la ricerca della fraternità e insieme l’affermazione della sovranità del popolo. Ovunque si innalzano gli «alberi della libertà» e sotto di essi si animano i dibattiti. Per la strada ci sono giocolieri, saltimbanchi e spettacoli anche erotici. Ci sono grandi feste popolari «pedagogiche».
Ma la Rivoluzione, che nasce come un sogno, diventa ben presto un incubo: si scatena la violenza popolare, si arriva al Terrore che innalza la ghigliottina.

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