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La Follia di Suibhne

La Follia di Suibhne

Autore/i: Anonimo

Editore: Rusconi

edizione italiana a cura di Gianna Chiesa Isnardi, traduzione dal medio irlandese e note di Umberto Rapallo, nota critica di Enrica Salvaneschi.

pp. 156, Milano

La composizione di La follia di Suibhne (Buile Suibhne), romanzo-saga medio irlandese, in cui si incrociano storia e leggenda e in cui si alternano prosa e poesia, viene fatta risalire al X-XII secolo. Modellata su una tradizione precedente, di cui si conservano echi nel Libro di Aicill e negli Anecdota di S. Moling, la saga di Suibhne, tradizionalmente compresa nel “ciclo dei re”, è sviluppata attorno alla battaglia di Magh Rath (Ulster) dell’anno 637. Nucleo della narrazione – epica e religiosa, mitologica e simbologica, secondo la tradizione letteraria celtica – è l’avventura (di sconfitta e riscatto, di amore e morte, di delitto e castigo, di espiazione e rigenerazione) del reggente del re di Dal Araidhe che, scampato in battaglia, vaga, in preda alla follia, fra i boschi d’Irlanda, vivendo a tu per tu con belve e streghe.
Altissimo esempio del manierismo espressivo medievale, La follia di Suibhne è un poema mistico che, combinando suggestioni della sacralità pagana druidica e suggestioni bibliche e cristologiche, anticipa l’antitesi tra una concezione cristiana ascetica e rigoristica e una concezione cristiana socializzante e temporale. Saga cavalleresca ed edipica, di cui si constatano affinità con la Vita Merlini di Goffredo di Moumouth e di cui si registrano addirittura risonanze in L’Eletto di Thomas Mann, La follia di Suibhne è un’opera, fino ad oggi inedita in Italia, che ha influenzato profondamente la letteratura europea.

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