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La Cuoca e il Mangia-Uomini • Sui Rapporti tra Stato Marxismo e Campi di Concentramento

La Cuoca e il Mangia-Uomini • Sui Rapporti tra Stato Marxismo e Campi di Concentramento

Titolo originale: La cousinère et le mangeur d’hommes

Autore/i: Glucksmann André

Editore: Edizioni L’Erba Voglio

introduzione dell’autore, traduzione di Sciana Contri.

pp. 240, Milano

C’è una battuta fin troppo citata di Marx: «io non sono marxista». Anche di Stalin, per ragioni diverse, i marxisti occidentali tendono spesso a dire che non era un errante per definizione…
Possiamo continuare ad accontentarci di questo?
Non siamo forse continuamente costretti, dalla allucinante realtà dei campi e dei manicomi, da questo immenso errore/orrore, a porci questioni ben più sconvolgenti? Se il nesso teoria-pratica è centrale per il marxismo, non siamo forse costretti a porre in questione il marxismo stesso, il leninismo stesso, come espressioni storicamente incarnate di una «rivoluzione dall’altro» che si è tradotta, anche, nell’universo concentrazionario del Gulag?

André Glucksmann, già noto in Italia per il «Discorso della guerra», 1969 e «Fascismo: il vecchio e il nuovo», 1974, ha detto di questo libro che, nelle «voci plebee» provenienti dall’est, nel grido della «cuoca» di fronte alla macchina mangia-uomini, ha colto gli stessi accenti della contestazione intrapresa nel ’68 in Occidente. E nello stesso spirito, e contro gli anatemi «preventivi» risuonati così rumorosamente in Italia, che le edizioni «L’erba voglio» decidono oggi di pubblicarlo.

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