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La Chanson De Roland

La Chanson De Roland

Autore/i: Anonimo

Editore: Ugo Guanda Editore

cura, introduzione e traduzione di Graziano Ruffini con testo critico a fronte di Cesare Segre, in copertina «Battaglia di San Romano» di Paolo Uccello (particolare del Disarcionamento di Bernardino della Ciarda – 1456).

pp. 296, Milano

All’origine della Chanson de Roland, la più celebre tra le numerose «canzoni di gesta» lasciateci dalla letteratura della Francia medievale, sta un fatto storicamente certo: la disfatta subita il 15 agosto del 778 al passo di Roncisvalle dalla retroguardia dell’esercito di Carlomagno. Tutto il resto è incerto e sfuma nella leggenda: dubbi e congetture più o meno consistenti avvolgono l’identità dell’autore, forse quel Turoldo di cui si parla nell’ultimo verso; il titolo dell’opera è convenzionale; la stessa storicità del protagonista è controversa. Non si sa nemmeno se, prima della Chanson, l’episodio fosse già stato trasfigurato poeticamente da una tradizione orale o scritta. Certo è che per vastità di concezione, solennità espressiva e potenza d’ispirazione, il poema – scritto in anglo-normanno nella seconda meta dell’XI secolo – venne subito sentito come la più alta espressione letteraria della società feudale europea, che in esso vide rappresentata l’epopea dei propri ideali cavallereschi. Attraverso la sottile geometria del gioco scenico e dello scontro di caratteri, la Chanson esalta il valore sacrale della lealtà e del «cuor gentile» intesi come espressioni d’autentica aristocrazia dello spirito.
Il sentimento religioso diffuso in questo capolavoro della letteratura occidentale, sull’esempio che poteva derivare dalla Bibbia, dall’epica latina e da una certa memoria omerica, si configura più come un’attesa e un riconoscimento del soprannaturale che come un’emanazione fideistica del credo cattolico. Anche per questo, la suggestione esercitata dal poema fu rilevante sul piano etico e ideologico: Carlomagno assurse a simbolo dell’unita dell’Europa cristiana contro gli infedeli; i suoi paladini, primo fra tutti Orlando, divennero eroi, mitologie care alla fantasia popolare, mentre sotto il profilo letterario, aura e la materia del poema, con l’alone di leggenda che le accompagnava, ebbero non poche ripercussioni sulla nostra poesia quattro-cinquecentesca, offrendo motivi di indiretta ispirazione ad autori quali il Pulci, il Botardo e l’Ariosto.

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Introduzione di Graziano Ruffini

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La Chanson de Roland

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Argomenti: Letteratura, Poemi, Poesia,

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