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La Biondina in Gondoleta – Marina Querini Benzon, una Nobildonna a Venezia fra Settecento e Ottocento

La Biondina in Gondoleta – Marina Querini Benzon, una Nobildonna a Venezia fra Settecento e Ottocento

Autore/i: Rizzo Tiziano

Editore: Neri Pozza Editore

unica edizione.

pp. 226, Vicenza

La Biondina (quella in gondoleta) non è l’invenzione di un poeta. La celebre barcarola fu scritta per la contessa Marina Querini Benzon, bellissima donna dai costumi molto spregiudicati (fu sospettata di incesto; accusata lei, ricchissima di prostituzione…), vissuta dal 1757 al 1839.
La fortunata canzonetta (versi di Antonio Lamberti, uno dei massimi poeti dialettali italiani, musica di Simon Mayr, celebre allora quanto Cimarosa) compie duecento anni.
Essa mantiene viva la figura di quella donna straordinaria, del cui salotto (nel palazzo sul Canal Grande, tuttora esistente) un pò letterario e molto mondano scrissero Byron, Stendhal, Chateaubriand ecc., e dove passarono i personaggi dell’epoca: Canova, Foscolo, Da Ponte…
La spavalda e briosa nobildonna, simbolo della Venezia di fine Settecento in perpetuo carnevale (le bische, le parrucche, la moda, i teatri, le donne soprattutto, gli agenti segreti come G. Casanova…), è il fulcro di questo vivacissimo libro. E anche il pretesto per la rappresentazione di un periodo critico della storia (Illuminismo, Rivoluzione francese, Rivoluzione americana), e in particolare della storia veneta, con il dissolvimento della Serenissima, Napoleone e i suoi furti di opere d’arte, la dominazione austriaca.
Una ricostruzione molto precisa e informata, ricca di efficaci citazioni e di eleganti personaggi, ma assai brillante e di gradevole lettura.
Non è la «biografia» in senso stretto della Biondina, ma piuttosto un affresco, dominato dalle donne famose (la Teotochi Albrizzi col suo Ugo Foscolo, la Cecilia Zeno Tron cantata dal Monti, le dogaresse…) sullo sfondo di una Venezia sempre più imbellettata e frastornata sulla via del tramonto.
Nel racconto, che assume le spedite cadenze di un romanzo, si intercalano con naturalezza alcune bellissime, spiritose, musicali poesie del Lamberti.

Tiziano Rizzo, veneto di terraferma per nascita (San Donà di Piave 1935), veneziano per elezione, privatamente poeta (Per modo di dire, ed. fuori comm. 1992) traduttore di Catullo (Paperbacks, 1977) è un esperto di cose veneziane. Oltre a numerosi articoli e saggi ha pubblicato: I ponti di Venezia, Newton Compton, Roma, 1983; Magia di Venezia (con G.C. Gasponi) Editoria Trento, 1985; Die Brücken von Venedig (con Hans Siwik) Ed. Braus, Heidelberg, 1989; Le fiabe veneziane di G. Nalin, ed. Filippi, Venezia, 1984; Elefanteide, poemetto di P. Buratti, ed. Filippi, Venezia, 1988.

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