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La Barbarie dal Volto Umano

La Barbarie dal Volto Umano

Titolo originale: La barbarie á visage humaine

Autore/i: Levy Bernard-Henry

Editore: Marsilio Editori

prima edizione, presentazione di Leonardo Sciascia e Francesco Alberoni.

pp. XV-142, Venezia

«Sono il figlio naturale di una coppia diabolica, il fascismo e lo stalinismo…».

Dal testo:
«Sono il figlio naturale di una coppia diabolica, il fascismo è lo stalinismo. Sono il contemporaneo di uno strano crepuscolo in cui crollano solo le nuvole, tra frastuono delle armi e il gemito dei suppliziati. Non so di nessun’altra Rivoluzione con cui illustrare il secolo oltre a quella della peste nera e del fascismo rosso. Hitler non è morto a Berlino, anzi ha vinto la guerra, vincitore sui suoi vincitori, in quella notte di pietra in cui ha fatto precipitare l’Europa. Stalin non è morto a Mosca e neppure al XX Congresso, anzi è qui, tra noi, passeggero clandestino di una Storia che tuttora va assillando e piegando alla sua demenza. Il mondo va bene, dite voi? In ogni caso è sicuro che vada, dato che non torna indietro. Mai, pero, la volontà di morte si era scatenata cosi crudelmente, cosi cinicamente. Per la prima volta gli déi ci hanno abbandonato, senz’altro stanchi di smarrirsi sulla piana calcinata in cui stabiliamo la nostra dimora. E io scrivo, scrivo nell’era di una barbarie che, di nuovo, silenziosamente, sta già rincalzando il letto degli uomini.
Se fossi un poeta canterei l’orrore di vivere e i nuovi Arcipelaghi che i domani ci prepara. Se fossi un musicista direi le risate imbecilli e i piani impotenti, l’atroce baraonda che fanno gli sbalestrati, mentre accampati tra le rovine, attendono il colpo fatale. Se fossi stato un pittore, Courbet pia che David, avrei raffigurato il cielo colorato di polvere che pesa su Santiago o su Luanda o sulla Kolyma. Ma non sono né pittore ne Musicista né poeta. Io sono un filosofo, maneggiatore di idee e di parole, anzi di parole già ruminate e rimuginate dagli sciocchi. Così, m’accontenterò delle parole della mia lingua, m’accontenterò di dire dei mattatoi, dei campi di concentramento e dei cortei della morte, di quelli che ho visto e anche di tutti gli altri che ricordo. Mi accontenterò di spiegare U nuovo totalitarismo di questi Principi sorridenti, che talora, per di più, Promettono ai popoli la felicita.[…]»

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Presentazione di Leonardo Sciascia e Francesco Alberoni
Preambolo

I. IL PASTORE E IL SUO GREGGE

  • La litania gauchogauchista
  • Il Principe e altro nome del Mondo
  • Le reti sono i ferri

II. IL PADRONE IN TUTTI I SUOI STATI

  • L’Aurora della Legge
  • L’ordine delle cose
  • La Storia non esiste
  • In principio era lo Stato

III. CREPUSCOLO DEL SOCIALISMO

  • L’Enciclopedia delle menzogne
  • Proletariato, classe impossibile
  • La fine degli affossatori
  • Il Capitale, fine della Storia

IV. IL FASCISMO ORDINARIO

  • Figure della barbarie
  • L’idea reazionaria di progresso
  • Crepuscolo degli dei e crepusco
  • Figure del totalitarismo
  • lo degli uomini

V. IL NUOVO PRINCIPE

  • Il Dante del nostro tempo
  • L’Era proletaria
  • Il marxismo oppio dei popoli
  • Maggio 68 o l’annientamento della vita

Nota conclusiva

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