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Il Tarlo della Coscienza

Il Tarlo della Coscienza

Autore/i: Chiaromonte Nicola

Editore: Società Editrice Il Mulino

unica edizione, a cura di Miriam Chiaromonte, introduzione di Gustaw Herling.

pp. 288, Bologna

Nicola Chiaromonte non fu uno specialista; scrittore di nessuna scuola e di nessuna disciplina, fu piuttosto un filosofo al modo antico, uno che «riflette su ciò che è vero e ciò che è giusto, e si conduce di conseguenza».
E le sue pagine rimandano, innanzitutto, il senso di una straordinaria tensione morale, di una serietà rigorosa di cui al giorno d’oggi non c’è che da sentir nostalgia. «Il tarlo della coscienza» intende ripresentare, nelle sue linee portanti, il pensiero di Chiaromonte. Dai saggi giovanili sul fascismo ai risentiti interventi sulla nostra «età della malafede», sulle utopie e la violenza che si annida nei tentativi di attuarle, sui destini dell’arte e l’impegno dell’artista, è in Chiaromonte un medesimo pensiero, che torna alle questioni prime del giudicare e dell’agire rettamente, che riconduce l’uomo al dialogo solitario con la propria coscienza. In un’età che ha sovente proclamato e praticato il divorzio tra etica e politica, Chiaromonte ha saputo parlare di politica partendo dal «buon cittadino», dalla moralità delle scelte individuali, dalla salvaguardia dei «valori nobili»; nell’età delle masse, ha saputo richiamarsi alla responsabilità del singolo, a quel dovere di governare se stessi e di condursi giustamente verso gli altri che sta alla base della «politica in senso serio». Sono in molti oggi a sentire che, terminata la stagione delle utopie, occorre ripensare la politica in termini nuovi; dunque e il momento più giusto per ascoltare di nuovo la lezione di Chiaromonte, per riconoscere in questo filosofo «antico» uno dei maestri di oggi.

Nicola Chiaromonte (1905-1972), giornalista e scrittore, durante il fascismo emigrò in Francia e visse poi a lungo negli Stati Uniti. Critico teatrale per «Il Mondo» e «L’Espresso», con Ignazio Silone fondò e diresse la rivista «Tempo presente». Ha pubblicato «La situazione drammatica» (Bompiani, 1960) e «Credere e non credere» (Bompiani, 1971). Postumo sono apparse alcune raccolte di saggi tra le quali ricordiamo gli «Scritti sul teatro» (Einaudi, 1976). il Mulino ha in programma la riedizione di «Credere e non credere» e l’edizione dei taccuini inediti.

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Introduzione, di Gustaw Herling
Nota bio-bibliografica

Parte prima: Fascismo e antifascismo

  • Lettera di un giovane dall’Italia
  • Sul fascismo
  • Spagna – La guerra
  • Italiani dispersi
  • Dalle carceri italiane
  • Il gesuita

Parte seconda: La civiltà e le utopie

  • Nota sulla civiltà e le utopie
  • Lettera a Caffi
  • La falsa religione
  • La situazione di massa e i valori nobili
  • La rivolta degli studenti
  • La tirannia moderna
  • Violenza e non violenza
  • Sono i falsi mistici

Parte terza: L’arte e l’impegno

  • Silone il rustico
  • Arte e comunismo
  • Le regole del gioco
  • Albert Camus
  • Tolstoj e l’arte
  • Moravia e il tarlo della coscienza
  • Tra silenzio e parole
  • Su una terzina di Dante
  • Mallarmé e la situazione moderna
  • I confini dell’anima

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