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Il Sonno della Memoria – L’Europa dei Totalitarismi

Il Sonno della Memoria – L’Europa dei Totalitarismi

Autore/i: Spinelli Barbara

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione dell’autrice.

pp. 424, Milano

«Siamo “nani che camminano sulle spalle di giganti”. I giganti sono le nostre storie, i successivi e contraddittorio volti che abbiamo avuto in passato e che ci portiamo dietro come bagagli. Dalle loro alte spalle possiamo vedere un certo numero di cose in più, e un pò più lontano. Pur avendo la visita assai debole possiamo, con il loro aiuto, andare al di là della memoria e dell’oblio.»

«Una malattia della mente impedisce all’Europa e alla sua cultura di apprendere lezioni dal passato. Onnipresente nei ragionamenti e nei mea culpa che sono andati intensificandosi tra gli anni Novanta e il Duemila, l’arte del rammemorare ha conosciuto un singolare destino. Non è riuscita a combinarsi con una nozione adeguata del tempo.
Più la memoria veniva evocata, più si ossificava fino a rasentare la sterilità. Più se ne lamentava l’assenza, più gli appelli suonavano inani. Il divario tra le meditazioni sul passato e la prassi, tra l’invito dei politici a ricordare e l’incapacità di agire non poteva essere più palese. Mai si è parlato tanto di memoria nel vecchio continente da quando è caduto il Muro di Berlino nell’autunno 1989, e tuttavia questo discorrere concitato restava ingabbiato nel nominalismo.»
Barbara Spinelli, tra i commentatori e gli osservatori dello scenario europeo e internazionale più ascoltati e apprezzati per il rigore delle sue analisi, riporta l’attenzione su alcuni casi esemplari di questa memoria ridondante ma vana, capace di risvegliarsi all’improvviso per inabissarsi poi nell’oblio più irrimediabile: i conflitti balcanici innescati da Milošević, le cui stragi sono state volontariamente sottovalutate per dieci anni; il dopo guerra fredda nei paesi dell’Est; la Germania all’indomani dell’unificazione; l’Italia e la mancata maturazione civile a seguito di Tangentopoli, ma anche le scarse riflessioni sull’esperienza comunista e il terrorismo rosso; l’Austria di Haider e delle facili amnesie: la Russia guidata prima da Eltsin, poi da Putin, e di fatto mai pienamente uscita dal comunismo; il pontificato di Giovanni Paolo II e la catarsi storica che il papa polacco ha proposto al vecchio continente non ancora rappacificato con la sua meta orientale; il destino d’Israele – frammento d’Europa incastonato tragicamente in Palestina – diviso tra le virtù e le malattie dell’ebraismo.
«In questo libro ho cercato di capire se fosse vero quel che si dice: che la Storia è finita e che l’illusione è un moto dell’anima politica appartenente al passato. Nessuna delle due affermazioni pare pertinente. La storia, ciclica, tende a ripetersi, l’uomo resta il giunco fragile e credulo che è sempre stato. Ma giunco pensante, che può avere il coraggio e non il culto della memoria.»

Barbara Spinelli, una delle commentatrici più autorevoli della politica internazionale, ha scritto per «la Repubblica» e per il «Corriere della Sera». Attualmente e editorialista de «La Stampa». Vive e lavora a Parigi.

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