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Il Linguaggio d’Italia

Il Linguaggio d’Italia

Storia e strutture linguistiche italiane dalla preistoria ai nostri giorni

Autore/i: Devoto Giacomo

Editore: Rizzoli

pp. 416, ill. b/n, Milano

Questo libro si pone insieme come un modello storiografico inusitato e come il bilancio di un’esperienza storica singolarissima e probabilmente ineguagliabile nella sua varietà e unità.
La vocazione metodologica e storica di Devoto si cimenta qui coi «tempi lunghi», con quella che oggi si chiama la macrostoria e che permette di privilegiare i tratti fondamentali e permanenti (non diciamo i caratteri originali, perché nulla e tutto nella storia è «originale») su quelli accessori e transeunti. Nessun linguista ci aveva mai dato in italia o altrove una storia di questo genere e di questa latitudine, presupponente esperienze in campi così diversi, da quello paleolinguistico preindeuropeo e mediterraneo a quello indeuropeo al latino e al neolatino d’Italia. E nessuno storico se non un linguista di tali dimensioni e che fosse insieme antropologo e semiologo avrebbe potuto oggi concepire un disegno unitario di storia d’Italia sub specie sermonis, nei limiti di tempo segnati solo dalla presenza dell’homo sapiens e dalle prime tracce della comunicazione umana e del consorzio civile, diciamo dall’età postglaciale fino ad oggi. Dopo le diverse «storie linguistiche d’Italia» che Devoto ci aveva già offerto lungo il suo cammino di studioso, concepite come storie «civili» di particolari «istituti» linguistici, ecco ora una globale «storia d’Italia linguistica», cioè una storia interpretata attraverso i fatti di lingua, storia della comunicazione nello spazio italiano attraverso i millenni, senza soluzioni di continuità anche se con la sostituzione di codici e istituti di lingua.
Chi abbia seguito Devoto fino ad oggi nello sviluppo mirabilmente sistematico eppure sempre aperto e imprevedibile della sua esperienza, in cui fasi teorico-metodiche si alternano con fasi storiche, nell’applicazione costante del principio « che l’interpretazione opera scendendo dal generale al particolare », poteva legittimamente aspettarsi da queste pagine una summa dei risultati successivamente da lui raggiunti nei grandi traguardi rappresentati in campo italico, preindeuropeo e indeuropeo dagli Antichi Italici (1931) e poi dalle Origini indeuropee (1962), in campo latino dalla monumentale Storia della lingua di Roma (1939), in campo italiano, dopo un decisivo rinnovamento metodico tra i primi Studi di stilistica (1950) e I fondamenti della storia linguistica (1951), con quello che è forse finora il suo capolavoro storiografico, il succinto ma densissimo Profilo di storia linguistica italiana (1953), già aperto anche sugli antefatti remoti, che segnò una data nei nostri studi linguistici e letterari, ed è stato poi seguito lungo l‘ultimo ventennio da intense esperienze in campo moderno e militante, dalla stilistica alla grammatica alla lessicografia.
Invece Devoto ci offre vent’anni dopo la sorpresa di un insieme assolutamente nuovo in tutte le sue parti; è un ripensamento ab ovo e ab imis dell’evoluzione linguistica come indice etnologico, sociale e culturale, su un metro diverso, che è quello distante dei millenni eppure insieme dell’impegno attuale di un attivissimo operatore, con una organizzazione e una scelta e una interpretazione nuova dei fatti e con una maturazione di metodo, che segna nel cammino di Devoto un terzo tempo, dopo la fase archeologico—ricostruttiva e quella « istituzionale». È messa qui a frutto storiograficamente l’esperienza della semiologia, che in Devoto ha radici lontane e non è un tributo alla moda (soprattutto per le epoche più remote il livello semiotico integra i vuoti di quello grammaticale, per quelle più vicine e documentate permette controlli e verifiche), e della teoria della comunicazione. Così, se Devoto nel suo approccio alla storia linguistica non aveva mai distinto tra età « vuote » ed età « piene » di documentazione, qui egli raggiunge una più salda unità fra i due piani fondamentali della sua esperienza storica. Ne risulta un insieme nuovo e originale, aperto nella sostanza quanto serrato nella forma, organizzata geometrico more in 50 capitoli, di 5 paragrafi ciascuno, che in 5 decadi successive ci portano dal quadro mediterraneo, preindeuropeo, indeuropeo e protolatino anteriore alle prime attestazioni scritte (oltre 3 millenni) all’espansione e alla crisi della latinità (1 millennio), alla frantumazione e ricomposizione medievale (7 secoli), ai 5 secoli di storia linguistica italiana prima dell’unità fino al secolo postunitario e alle prospettive sociolinguistiche e interlinguistiche aperte sul futuro. Nel tempo che viviamo il cammino della lingua e della società dalle grotte e dalle palafitte alle autostrade e ai calcolatori non ci appare più smisurato e irreversibile: si è presi in questa grande corrente che si fa man mano più stretta e rapida e ci trasporta sul filo dei millenni. In un momento di « crisi della storia », e non solo dello storicismo, questo libro è una originale proposta storiografica e una coraggiosa risposta civile. (Gianfranco Folena)

Giacomo Devoto (Genova 1897 – Firenze 1974) linguista italiano. Docente nelle università di Cagliari, Padova e Firenze, ha fondato e diretto, con B. Migliorini, la rivista «Lingua nostra». Nei suoi numerosi lavori è costante la ricerca di un nesso tra fatti linguistici e fatti storici e sociali: Storia della lingua di Roma (1940), Studi di stilistica (1950), I fondamenti della storia linguistica (1951), Profilo di storia linguistica italiana (1953), Origini indoeuropee (1962), Il linguaggio d’Italia (1974). È autore, con G.C. Oli, di un Dizionario della lingua italiana (1971).

 

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