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Il Giovane Machiavelli Banchiere con Berto Berti a Roma

Il Giovane Machiavelli Banchiere con Berto Berti a Roma

Autore/i: Maffei Domenico

Editore: Giunti Barbèra

la presente edizione è stata impressa in 3500 esemplari per la Banca Toscana di Firenze, nostro esemplare numero 1750, prefazione dell’autore.

pp. 194, nn. tavv. b/n, Firenze

Questo lavoro colma la lacuna più grave nelle nostre conoscenze della vita di Niccolò Machiavelli e svela il mistero della sua giovinezza. Se infatti i Ricordi paterni ci dicono qualcosa di lui sino al 1487, quando diciottenne era ancora con la famiglia a Firenze, dopo quell’anno – prima della presente ricerca – si perdeva ogni sua traccia. Il pensatore fiorentino riemergeva alla storia solo poco avanti la sua elezione a capo della seconda cancelleria nel 1498. Non a caso è stato detto che, in età di ventinove anni, egli «usciva, come in un mito, già adulto ed armato dal grembo della sua gente».
È ora riuscito al Maffei di squarciare le tenebre che, secondo il Villari, avrebbero forse avvolto per sempre la giovinezza del sommo fiorentino. Uno scavo sistematico condotto in numerosi archivi italiani, in quello pressoché sconosciuto dell’Arciconfraternita di San Giovanni dei Fiorentini di Roma e in fondi fra i più inesplorati dell’Archivio Segreto Vaticano e dell’Archivio di Stato di Firenze, uno spoglio completo della letteratura storiografica su Roma e Firenze fra Quattro e Cinquecento, l’eccezionale dominio di materiali d’indagine poco o punto utilizzati quali i documenti della pratica forense di quell’epoca, hanno consentito all’autore di cogliere faticosamente le sparse testimonianze della vita giovanile del Machiavelli e di ritessere l’intera trama della sua formazione.
Il tirocinio di Niccolò non fu certo di tipo accademico o letterario. Come tanti giovani fiorentini di qualità egli tentò invece le strade della mercanzia. E come tanti fiorentini del tempo fu attratto dal mondo, splendido per arti e per traffici, della Roma papale. Entrato intorno al 1489 al servizio di Berto Berti, grande banchiere «Romanam Curiam sequens», egli restò a Roma anche dopo la morte di questi, certo sino all’inizio del 1498. Le testimonianze della sua presenza nell’ambito della ricca e influente colonia fiorentina dell’Urbe sono troppo precise per temere smentite. Negli anni che più incidono sulla personalità, egli si trovò così ad operare nella Roma di Innocenzo VIII ed Alessandro VI. Il tempo e l’ambiente evocano grandi nomi e grandi eventi, esplorazioni culturali stimolanti, possibilità di osservare i corsi della politica papale italiana ed europea dal centro e quasi dall’interno. Queste pagine del Maffei presentano, dunque, un Machiavelli assolutamente inedito, un’autentica scoperta che d’ora in poi costituirà il punto di partenza obbligato non solo per gli studi sulla vita, ma per nuove interpretazioni del pensiero del Segretario Fiorentino.

Domenico Maffei è nato nel 1925 ad Altamura, ove ha compiuto gli studi primari e secondari. Dal 1943 al 1945 è stato interprete addetto ad unità dell’8ᵃ armata.
Laureato in giurisprudenza a Siena nel 1947, nominato subito dopo assistente volontario, ha trascorso l’anno 1948-1949 a Napoli come borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici. Successivamente ha lavorato a Firenze per la Banca Toscana. Nel 1951-1952 ha effettuato ricerche di diritto bancario comparato negli Stati Uniti presso la Harvard Law School, conseguendo il titolo di Master of Laws. Al ritorno in Italia è stato redattore, a Roma, della rivista «Banca Borsa e Titoli di Credito». Nominato nel 1953 assistente ordinario di Storia del diritto italiano nell’Università di Bari, ha conseguito nel 1955 la libera docenza, nel 1958 la cattedra della stessa disciplina nell’Università di Macerata. Dal 1961 è professore ordinario nell’Università di Siena. Insegna altresì Storia della letteratura giuridica presso il Centro dell’Università di Bologna per la ricerca e lo studio di testi civilistici medievali.
Membro nel 1963 dell’Institute for Advanced Study di Princeton, fa parte dal 1965 del Consiglio Scientifico del Max-Planck-Institut fùr Europàische Rechtsgeschichte di Francoforte sul Meno, dal 1968 della Commissione dell’Accademia dei Lincei per la Glossa accursiana e dal 1970 dell’Advisory Board dell’Institute of Medieval Canon Law di Berkeley, California. È Presidente dell’Accademia degli Intronati e socio di altre accademie e istituzioni culturali.
È stato più volte invitato a tenere corsi d’insegnamento e conferenze nelle maggiori Università europee e americane.
Dirige la rivista «Studi Senesi». Nel 1957 gli è stato conferito un Premio nazionale Napoli per la storia, nel 1969 è stato insignito della Medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte e nel 1972 di un’alta onorificenza della Repubblica. Di recente è stato eletto Overseas Visiting Scholar del St John’s College di Cambridge.
Fra le sue pubblicazioni si ricordano: A Comparative Comment on the Uniform Customs for Documentary Credits, 1953; Note sui prestiti pubblici; Libertà contrattuale e monopolio dei cambi, 1954; Gli inizi dell’Umanesimo giuridico ; Alessandro d’Alessandro giureconsulto umanista, 1956; Caso fortuito e responsabilità contrattuale nell’età dei Glossatori, 1957; La «Lectura super Digesto Veteri» di Cino da Pistoia, 1963; La Donazione di Costantino nei giuristi medievali, 1964; Il «Tractatus percussionum» pseudobartoliano, 1966; Il giudice testimone; Un magistrato del Quattrocento, 1967; Sulle scuole di Orléans, Tolosa e Montpellier, 1968; Alcuni trattati cinque-seicenteschi in tema di cambi, 1970; La biblioteca di Gimignano Inghirami; Alberico di Metz, 1971; Dottori e studenti nel pensiero di Simone da Borsano, 1972. Ha curato il volume miscellaneo Enea Silvio Piccolomini papa Pio II edito nel 1968.
Ha coordinato la ricerca e collaborato alla redazione del catalogo dei manoscritti del Collegio di Spagna di Bologna, di prossima pubblicazione.

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Argomenti: Biografie, Rinascimento, Storia,

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