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Il Giardino dei Frutti

Il Giardino dei Frutti

Frutteti, Orti, Pomari nel Giardino e nel Paesaggio Toscano

Autore/i: Pozzana Mariachiara

Editore: Ponte alle Grazie

presentazione dell’Istituto Federale di Credito Agrario per la Toscana, premessa dell’autrice.

pp. 208, interamente e riccamente illustrato a colori e b/n, Milano

Dalla premessa dell’autrice Mariachiara Pozzana:
«L’idea iniziale che ha condotto a disegnare questo Giardino dei frutti e nata dal ritrovamento all’Archivio di Stato di Firenze di un libro di conti relativo alle spese sostenute per il pomario di Boboli nel 1802-1803.
Oltre alle molte notizie di vario interesse contenute nel quaderno, risultava che una quantità cospicua di frutta, ortaggi e fiori veniva prodotta nel corso di un anno, sia all’aperto che in serra. Le evidenti implicazioni storiche relative alla vita del giardino si ampliavano e si spostavano verso considerazioni proprie alla storia dell’arte dei giardini e all’importanza che alcune piante produttive fruttifere, oggi non considerate ornamentali, avevano sino al secolo scorso.
Questa prima considerazione mi conduceva a riflettere che non solo gli agrumi (dei quali si accetta ancora oggi la valenza estetica e produttiva insieme, anche perché praticamente solo gli agrumi sono rimasti, della grande tradizione toscana, ad abbellire i giardini storici di oggi), ma anche molte altre piante da frutto venivano coltivate all’interno dei giardini.
Risultava poi, sempre da quel quaderno di conti, che le varietà di frutti di una medesima specie erano numerosissime, e i nomi singolari che le contraddistinguevano sono oggi del tutto dimenticati.
L’interesse storico e botanico della frutta non è certo nuovo, ma mi è sembrato necessario mettere in luce tutti gli aspetti della coltivazione degli alberi da frutta in relazione alla storia e alla tecnica dell’arte dei giardini, quali piante venivano coltivate, secondo quali schemi tipologici, e con quali criteri estetici e produttivi.
Una seconda riflessione utile alla ricerca è venuta dalla circostanza di aver dovuto prendere in esame, seguendo un lavoro di restauro, un giardino situato sulla collina sopra le ville di Castello e Petraia e, considerando le sue varie parti, di dover concludere che almeno una di queste era stata concepita come fruttiera, ossia proprio come luogo deputato alla coltivazione degli alberi da frutto.
Risultava così con evidenza la necessità di individuare e studiare queste parti del giardino storico, di stabilire quali piante vi si trovassero e di come utilizzarle negli interventi di restauro, o di conservazione e manutenzione, che sono oggi in molti casi indispensabili.
Infine, conosciuta e compresa la bellezza delle piante da frutto, la cura con la quale venivano allevate in passato, e ricucito così il filo conduttore della tradizione, gli alberi da frutto vanno collocati nella prospettiva di un utilizzo nei giardini di oggi, nei quali poter riprodurre quella epifania della creazione che è il significato più della fruttier.
Il volume è venuto così articolandosi in parti; la prima dedicata allo sviluppo storico della «fruttiera», dalle origini sino alla decadenza ottocentesca di quella particolare maniera di utilizzare le piante da frutto che era anche una vera e propria concezione del giardino, dove lo scopo ornamentale si univa a quello produttivo in una sintesi irripetibile. Ideale complemento di questa prima parte è la sezione contenente alcuni esempi di particolari varietà di frutta estratte dalla monumentale Pomona di Giorgio Gallesio. Una terza parte si basa su un excursus compiuto su alcuni testi della letteratura artistica esistente, che si presenta ricchissima, sia di testi di agricoltura, sia di testi più specifici di arte dei giardini. Di questa ricca bibliografia, per questa ricerca (che come è evidente è solo un primo contributo ad un tema nuovo, senza pretese di esaurire fonti di ricerca che appaiono vastissime) ho preso in esame sia testi italiani, e in particolare toscani, che alcuni testi stranieri, in quanto tradotti e diffusi in Italia o di particolare importanza.
Da questo excursus sono risultate gran parte delle indicazioni relative al modelli dei giardini, alle piantagioni, agli innesti, e alle tantissime varietà che arricchivano il giardino dei frutti sino al secolo.
L’ultima parte è centrata sui problemi della contemporaneità la produzione attuale, la possibilità di uso ornamentale degli alberi. da frutto, il grande e nel futuro ancor maggiore problema del restauro dei pomari nei giardini storici, nei quali le fruttiere costituivano una parte importante quanto oggi poco riconosciuta.»

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