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Il Figlio della Fortuna

Il Figlio della Fortuna

Autore/i: Tsushima Yūko

Editore: Giunti

traduzione dall’originale giapponese di Maria Teresa Orsi, titolo originale: Chouji (Child of Fortune), in copertina: Bambole giapponesi.

pp. 208, Firenze

Giovane donna divorziata dal marito, Kokō vive sola in un modesto appartamento metropolitano. Gli incontri sentimentali e sessuali con altri uomini, seguiti al divorzio, non danno mai luogo a relazioni di convivenza e la figlia ormai adolescente preferisce una vita più agiata e conformista nella famiglia della zia.
La scelta di Kokō pare essere inevitabilmente quella della solitudine, segnata da dubbi e incertezze non del tutto portate alla coscienza, fino al momento in cui una gravidanza inaspettata apre una dinamica imprevista nella sua vita; le fantasie sul figlio a cui darà la luce si confondono con i ricordi del fratello minorato mentale, l’unico essere umano con il quale Kokō bambina abbia avuto un autentico dialogo.
L’impossibilità di una reale comunicazione, che già segnava i rapporti familiari e sentimentali della donna, si approfondisce; ma in lei germinano pensieri e ricordi più fertili e ricchi di un’energia nuova. L’esito sorprendente e per certi versi amaro della gravidanza di Kokō sarà comunque la capacità di vivere in modo meno passivo e chiuso il proprio destino di donna e di madre senza un compagno.

Figlia di Dazai Osamu, scrittore giapponese fra i più amati e più controversi del Giappone post-bellico che morì suicida dopo un’esistenza di rivolta e dissipazione, Yūko Tsushima è nata nel 1947 a Tokyo.
È considerata fra gli esponenti migliori della corrente letteraria del «romanzo dell’io» (shishosetsu), in cui la distanza fra autore e personaggio, arte e vita viene drasticamente ridotta a favore della «veridicità» dei fatti narrati e della «sincerità» dell’autore rispetto alla propria biografia. L’attribuzione della Tsushima a questa corrente, da lei peraltro non gradita, si basa sulla ricorrenza di fondamentali elementi autobiografici nelle sue opere: dal divorzio all’esperienza di donna sola con figli, dalla presenza di un fratello ritardato mentale all’assenza del padre, all’ambientazione nei luoghi urbani dove ella stessa è nata e tuttora vive.
La famiglia contemporanea, colta negli aspetti più difficili e tormentosi, sta comunque al centro della sua ricerca narrativa; ma l’impianto naturalistico che sta alla base del «romanzo dell’io» viene da lei rielaborato grazie all’inserimento di elementi fantastici derivati dai sogni e dalle leggende popolari.
I suoi numerosi romanzi e racconti sono stati tradotti in diverse lingue e più volte premiati, guadagnandole un largo seguito internazionale di critica e di pubblico; Il figlio della fortuna è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.

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