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Il Discorso Vivente – La Concezione Psicoanalitica dell’Affetto

Il Discorso Vivente – La Concezione Psicoanalitica dell’Affetto

Titolo originale: Le Discours Vivant – La Conception Psychanalytique de l’Affect

Autore/i: Green André

Editore: Casa Editrice Astrolabio

prefazione e introduzione dell’autore, traduzione dall’originale francese di Jean Sanders.

pp. 312, Roma

La questione dell’affetto, lungi dal limitarsi a una dibattito strettamente interno alla psicoanalisi, si pone egualmente fuori dal campo psicoanalitico. Spetta a ogni disciplina affrontare l’affetto secondo le sue proprie esigenze.

Benché la psicoanalisi abbia contribuito a chiarire la vita affettiva, agli psicoanalisti manca tuttora una teoria psicoanalitica dell’affetto. Anche Freud, che ha concepito l’inconscio come luogo di rappresentazioni e di affetti, trova più facile difendere la nozione di rappresentazione inconscia che di affetto inconscio.
André Green si propone di attribuire all’affetto uno statuto teorico specificamente psicoanalitico che ne riveli la situazione davanti all’inconscio. Green mostra che l’affetto è un elemento che si integra nel discorso, giacché, uscito dalla pulsione, è determinato nella concatenazione. Prende dunque parte alla mise en chaîne del discorso. Da questo punto di vista l’affetto può teoricamente fungere da significante. Così, l’analista conterà su questo elemento del discorso per condurre l’analizzando a una migliore intelligibilità delle sue produzioni psichiche. Questa concezione mette in discussione la teoria dell’inconscio strutturato come un linguaggio. Reintegra lo spazio del corpo di cui l’affetto è il rappresentante nell’inconscio.

Tutta questa interrogazione sullo statuto metapsicologico dell’affetto porta a riconsiderare il ruolo e il significato del fantasma inconscio e a mettere in discussione la sua natura rappresentativa. Una riflessione su questo punto conduce a stabilire i legami tra l’affetto e l’allucinazione negativa come rappresentazione dell’assenza di rappresentazione. Tuttavia, mettere l’accento sull’affetto non significa che si debba sottovalutare il ruolo della rappresentazione. Questa appare come il più forte fattore di legame dell’importo di affetto nella concatenazione.
Quest’ultimo riferimento alla quantità non potrà, da solo, risolvere il problema della qualità  dell’affetto, che rimane ancora misteriosa. Senza dubbio bisogna vedere nella qualità d’affetto i prodotti della simbolizzazione di stati primitivi di piacere-dispiacere. Ma bisogna completare questo riferimento al simbolico mediante una presa in considerazione dell’economia affettiva, che ci rivela il valore funzionale dell’affetto nel processo psicoanalitico.

André Green, nato al Cairo nel 1927 e formatosi in Francia, ha dato contributi fondamentali alla psicoanalisi. I suoi concetti di “angoscia rossa” e “angoscia bianca”, di “follia privata”, di “Io-pelle”, sono entrati definitivamente nel bagaglio dello psicoanalista contemporaneo.

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