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Il Diario di Petr Ginz – Un Adolescente Ebreo da Praga ad Auschwitz

Il Diario di Petr Ginz – Un Adolescente Ebreo da Praga ad Auschwitz

Titolo originale: Deník Mého Bratra

Autore/i: Pressburger Chava

Editore: Edizioni Frassinelli

ringraziamenti dell’autrice, traduzione di Anna Maria Perissutti, disegni di Petr Ginz (donati da Ota Ginz, Haifa collezione dello Yad Vashem Art Museum, Gerusalemme).

pp. XIII-178, nn. fotografie e illustrazioni nel testo e f.t, Milano

«Ci hanno ingiustamente strappato dal terreno fertile del lavoro, della gioia e della cultura, di cui doveva essere nutrita la nostra giovinezza. Facendo ciò perseguono un unico obiettivo, distruggerci, non fisicamente ma psicologicamente e moralmente. Ci riusciranno? Mai! Privati delle fonti culturali ne creeremo di nuove. Separati dalle sorgenti della nostra felicità, ci creeremo una nuova vita che esulterà di gioia!»

Quanto tempo è passato da quando per l’ultima volta vidi il sole tramontare dietro Petrin. Praga baciata da uno sguardo pieno di lacrime, mentre si velava con l’ombra della sera… Praga, favola di pietra… Sono i versi struggenti e delicati di un ragazzo di appena quindici anni che poteva diventare un artista, anche se gli sarebbe bastato, più semplicemente, vivere. Trascorso un anno da quando compose la poesia, e due dal suo arrivo al ghetto di Terezin, il giovane Petr Ginz fu mandato a morire nelle camere a gas di Auschwitz. Questo libro, un documento inedito frutto di un recente ritrovamento, vuole essere un contributo affinché rimanga viva la tragedia di un popolo e soprattutto la testimonianza di un crimine tanto più efferato quanto accuratamente pianificato. Scritti fra il 1941 e il 1942, durante gli ultimi mesi trascorsi in famiglia, nella Praga occupata, i diari di Petr sono lo specchio dell’attuazione della «soluzione finale». Lentamente, senza scosse che avrebbero potuto creare reazioni indesiderate, ma anzi sollecitando in modo subdolo la loro collaborazione, gli ebrei furono progressivamente privati della libertà e dei diritti, isolati, spogliati dei beni, sfruttati, deportati e uccisi. Le iniziali dimostrazioni di solidarietà da parte dei cechi furono represse senza brutalità ma con estrema durezza. Nelle pagine, ricche di brevi e acute annotazioni sulla vita quotidiana, si intravede la consapevolezza della crescente ingiustizia ed emerge con stupore il confronto fra la propaganda nazista e una realtà sempre più preoccupante. Ma trapela anche la purezza d’animo a un ragazzo dalla mente vivace che nutre l’incrollabile fiducia che il momento brutto passerà e ci sarà un futuro in cui poter affermare – liberamente – se stesso. Curato dalla mano amorevole della sorella minore, che gli fu compagna nel ghetto, arricchito dai disegni e dalle composizioni dell’ultimo periodo, nonché da un inserto fotografico a colori, un volume di scioccante attualità.

Petr Ginz nacque nel 1928 a Praga da madre ceca e padre ebreo. Secondo le leggi di Norimberga, al compimento del quattordicesimo anno di età sarebbe passato sotto la giurisdizione tedesca. Quando accadde, fu deportato e non tornò mai più. Di lui ci restano disegni, linoleografie, riflessioni e articoli che attestano un maturo talento creativo.

Chava Pressburger, sorella di Petr, nata Eva Ginzová nel 1930, fu anch’essa deportata a Terezín. Attualmente vive in Israele. Pittrice affermata, ha dedicato gran parte della sua opera al tema dell’Olocausto.

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