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Il Corano più Antico

Il Corano più Antico

Autore/i: Anonimo

Editore: Marsilio Editori

prima edizione, cura e introduzione di Sergio Noja, traduzione dall’arabo di Luigi Bonelli, in copertina: Corano in scrittura cufica, Biblioteca Ambrosiana, cod. XVIII.

pp. 208, Venezia

Quanti deserti senza più traccia di strada, dalle temute insidie, ho io traversati con una cammella insonne, resistente alla veglia. Una nobile bestia, solida quale polito ciottolo di stagno, fatta smagrire, di grassa che era, dal mio viaggiare ed andare.
(al-Ahtal)

La collana «Le sabbie» intende far conoscere a un pubblico più ampio rispetto a quello degli specialisti e degli amatori, le opere di una letteratura vastissima e multiforme e ancora poco familiare all’Occidente. Vi troveranno posto i testi che maggiormente rappresentano l’aspetto originale dello spirito arabo: la poesia quindi e la prosa non scientifica e non dottrinale, e quelle figure – come lo stesso Profeta – le cui parole, al di la del fatto letterario, ebbero un peso decisivo per le sorti di questo popolo.

Sergio Noja è stato per dieci anni professore di Diritto musulmano all’Università di Torino: dal 1976 insegna Lingua e letteratura araba all’Università Cattolica di Milano, ove ha sostituito Francesco Gabrieli, e all’Università di Pavia.
Dal 1990 è conservatore della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Tra le sue opere giovanili figurano il Catalogo dei manoscritti arabi, persiani e turchi della Biblioteca nazionale di Torino, i Canoni giuridico-morali per arabi cristiani e il Kitab al-Kafi dei samaritani. Tra le sue ultime opere pubblicate: Detti e fatti del Profeta dell’Islam secondo al-Bubari; Maometto, Profeta dell’Islam, L’Islam e il suo Corano e ultimamente L’Islam moderno.

Il Corano, considerato dai musulmani copia terrestre del «Libro» celeste, non creato, attribuito a Dio, con lui coesistente, non è soltanto, per i credenti che da esso traggono il conforto della loro fede, la sola Legge, la sola guida per il retto comportamento religioso, morale e civile, ma è anche esempio «perfetto» di lingua e di stile: l’«inimitabilità» del Corano, vero dogma di fede dell’Islam, non investe quindi soltanto il contenuto, ma anche il valore letterario del libro sacro. Le conseguenze di questo atteggiamento furono importantissime sia sul piano psicologico, sia nella realtà. Fu grazie al Corano intatti che la lingua araba divenne la lingua comune nella quale scrissero musulmani della più varia origine, come fu per la migliore comprensione del Corano che venne salvata dall’oblio la poesia araba preislamica, ne furono codificate le regole e il lessico.
Non è esagerato quindi dire che il Corano è la base non solo della religione e dello Stato islamico, ma anche di tutta la cultura arabo- islamica.
Questa edizione parziale presenta le sure più antiche, unanimemente riconosciute come le più poetiche, poste nell’ordine in cui – secondo la tradizione musulmana – furono rivelate al Profeta dell’Islam – a differenza dell’ordine nel quale sono state poi organizzate all interno del Corano, prima la più lunga e poi man mano quelle più corte. Alle note del curatore vengono affiancate quelle di due antichi commentatori musulmani, tradotte per la prima volta in una lingua europea.

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