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Il Cinema dei Maestri – 58 Grandi Registi e un’Attrice si Raccontano

Il Cinema dei Maestri – 58 Grandi Registi e un’Attrice si Raccontano

Autore/i: Rondi Gian Luigi

Editore: Rusconi

prima edizione, grafica di Mario Monge.

pp. 460, nn. tavole b/n f.t., Milano

Il segreto del mio cinema? L’entusiasmo. (Charles S. Chaplin)

Bisogna tornare, con l’immagine innocente, all’autenticità della visione diretta; per mostrare senza dimostrare. (Roberto Rossellini)

Il neorealismo è stata una posizione morale che avevamo assunto nei riguardi del potere, nei riguardi della situazione sociale italiana, del disordine del dopoguerra. (Luchino Visconti)

Il neorealismo io l’ho sempre ammirato, ma non l’ho mai nè praticato nè, soprattutto, anticipato. Io credo fermamente nella «realtà artistica», che è il contrario esatto della realtà oggettiva. (King Vidor)

Il muro che separa l’umorismo dalla paura è sottile come una parete di vetro. (Alfred Hitchcock)

Al cinema ho chiesto di aiutare gli uomini a vivere meglio. Perché la vita è meravigliosa e sono in troppi a non saperlo. (Frank Capra)

Il film assomiglia al sogno che racchiude le verità più profonde della nostra mente, della nostra essenza umana. Il sogno racconta, fotografa (proprio come un film) gli spazi, le atmosfere, le vicende della nostra parte più misteriosa, che non sai dov’è, la più irraggiungibile. (Federico Fellini)

Mi è sempre piaciuto, nello spettacolo, servirmi di mezzi di espressione diversi. Mi piace studiare da vicino, dall’interno, i mezzi di cui mi servo. (Ingmar Bergman)

La regola, al cinema, è quella di essere semplici. Se basta una parola, perché dirne due? (John Huston)

Il cinema è un lavoro, bisogna impararlo. E per impararlo non basta avere talento, ci vuole pazienza, energia, disciplina, coraggio. (Ingrid Bergman)

I maestri del cinema si confessano. Chaplin, Rossellini, Jean Rouch, Viscon King Vidor, Hitchcock, Frank Capra, Fellini, Ingmar Bergman, Wilder, Blasetti, Kurosawa, Ivens, Losey, Preminger, Wajda, Huston, Altman, Jancsó, Jutkévič, Tarkèvskij, Konèalovskij, Mario Camerini, Amidei, Pasolini, Olmi, Ferreri, i fratelli Taviani, Rosi, Zurlini, Buzzati, Pontecotvo, Bellocchio, Lina Wertmüller, Aldrich, Coppola, Miloš Forman, Voitěch Jasný, Woody Allen, Mel Brooks, Cassayetes, Herzog, Fassbinder, Malle, Godard, Rohmer, Ôshima, Zanussi, Satyajit Ray, Mrinal Sen, Nélson Pereira dos Santos, Thodoros Anghelopulos, Leopoldo Torre Nilsson, André Delvaux, Berlanga, Vatroslav Mimica, Goretta, descrivono e analizzano, aiutati con sottile arte maieutica da Gian Luigi Rondi, il “processo creativo” delle proprie opere, rimeditando l’ispirazione fantastica, l’immaginazione linguistica, le strutture formali, i nessi culturali, l’inconscio autobiografico, la realtà sociale che hanno cercato: di esprimere.

Gian Luigi Rondi, critico militante, ma intermediario intelligente e duttile, guida i suoi interlocutori in un’autoanalisi capillare imprevedibile, sorprendente, illuminante: le sue interviste si trasformano, perciò, in veri.e propri saggi e il libro che le raccoglie, arricchito di precisissime biofilmografie, si presenta, infine, come una storia del cinema del ’900.

Cinquantotto grandi registi esplorano i labirinti dell’arte di narrare per immagini; una grande attrice, Ingrid Bergman, ci guida nello spazio della comunicazione rituale della voce e dei gesti. I maestri del cinema ripercorrono l’avventura del cinema dei maestri: di questa avventura Gian Luigi Rondi ci trasforma in spettatori-lettori-protagonisti.

Gian Luigi Rondi, lombardo-piemontese, nato nel 1921, laureato in giurisprudenza, critico cinematografico di un grande quotidiano da oltre trent’anni, è autore di numerose pubblicazioni sul cinema neo-realista, il cinema italiano fra il ’45 e il ’65, il cinema francese (Renoir, Carnè, Becker), la storia della regia, la tecnica del film. Autore di cortometraggi e di documentari sull’arte (uno, su Van Gogh, premiato a una Mostra di Venezia), ha insegnato cinema all’Università Cattolica di Milano, all’Università per Stranieri di Perugia, all’Università Internazionale di Studi Sociali di Roma. Dirige dal ’66 gli Incontri Internazionali del Cinema a Sorrento e a Napoli; ha ideato nel ’69 il Festival delle Nazioni di Taormina che ha diretto fino al ’70; nel ’71 e nel ’72 ha diretto la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; dal ’79 è vicepresidente e direttore artistico dell’Ente Premi David di Donatello dove presiede anche la giuria permanente del «Premio Luchino Visconti». Medaglia d’Oro dei Benemeriti della Cultura, collaboratore per il cinema di periodici italiani e stranieri, dell’Enciclopedia Italiana e dell’Enciclopedia dello Spettacolo, cura da anni per la RAI-TV trasmissioni e cicli dedicati agli autori e ai momenti più significativi del cinema contemporaneo. Rappresenta da dodici anni l’Italia nella Commissione consultiva del Festival del Film di Cannes ed è stato più volte membro di giuria ai vari festival internazionali del cinema. I testi che qui raccoglie son stati pubblicati su «Il Tempo» di Roma, nell’ambito di una rubrica, «Sette domande a…», che gli ha ottenuto nel ’75 il Premio Saint-Vincent per il Giornalismo.

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