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Il Ceramista – Metodi Pratici

Il Ceramista – Metodi Pratici

Argille e impasti – Preparazione delle crete – Arnesi e attrezzature – La modellazione – Forme in gesso – Il colore naturale e l’ingobbio – Essiccamento, cottura, patina – Le vernici – I colori – Maniere di esprimersi – Soggetti animati – Soggetti vari – Il tornio – La ceramica per i bambini

Autore/i: Martinotti Emilio

Editore: Editore Ulrico Hoepli

terza edizione, prefazione e introduzione generale dell’autore.

pp. XIII-302, 97 figure b/n e 4 tavole a colori, Milano

Dalla prefazione:

«Lanciato attraverso il gelido spazio dell’universo, i globo liquido e incandescente, roteante velocemente su se stesso, andò raffreddandosi sulla sua parte esterna, costituita dai materiali più leggeri, ricoprendosi in tal modo di una sottile crosta di scorie rocciose solidificatesi; tra queste, per la gran parte; erano i graniti ed i gneiss (oggi essi ricoprono i tre quarti della superficie terrestre). Tali rocce, composte di quarzo-feldspato-mica, galleggiavano su di un denso substrato basaltico in fusione, mantenuto presumibilmente in un apparente stato solido dalla formidabile pressione di 1-5 tonnellate per centimetro quadrato. Il raffreddamento della crosta portò a una contrazione di questa e quindi alla sua molteplice frattura.
Il vapore acqueo sprigionatosi in dense nubi dalla massa in fusione, raffreddandosi anch’esso, si trasmuto l’acqua che ricadde sulla crosta rocciosa, riempiendone tutte le cavità e gli avvallamenti e dando origine ai mari. Con il successivo assestamento del globo, ricercante sempre più (come avviene ancor oggi) un equilibrio in se stesso, la crosta si sollevò in alcune zone e si abbassò in altre, sì che i mari cambiarono di posizione e le rocce frenarono crollando a strati nelle acque.
Frantumato dapprima dall’azione erosiva dei venti e dell’acqua, poi immerso nel fondo dei mari, e quindi corroso dall’azione chimica dei diversi elementi, il feldspato si decompose dando origine all’argilla. Ulteriori assestamenti tellurici fecero riemergere qua e 14 le rocce feldspatiche sommerse e di conseguenza i giacimenti di argille, costituiti pertanto da materiali di sedimento.
Ma non tutte le argille provengono dalla sosta più o meno prolungata dei decomposti feldspati negli abissi marini. Altri giacimenti – piuttosto rari – sono costituiti da argille formatesi nel luogo dove si trovano tuttora; si tratta delle argille cosiddette residue, altrimenti chiamate caolini. Una recente teoria attribuisce la formazione dei caolini alla fuoruscita, attraverso fratture terrestri, di soluzioni liquide provenienti dall’interno del globo, le quali poi si sarebbero solidificate. La teoria trova appoggio nell’esistenza ormai nota di acque plutoniche, oltre quelle atmosferiche.[…]»

Una nostra precedente pubblicazione – “L’arte della ceramica”, edizione Hoepli, Milano – fu destinata ai ceramisti dilettanti per fornire loro gli elementi strettamente indispensabili della tecnica ceramistica, tenuta presente l’impossibilità, per costoro, di disporre di attrezzature costose e ingombranti, di locali appositi, di tempo sufficiente. La presente pubblicazione si rivolge invece a chi – intenzionato non soltanto a percorrere la strada del dilettantismo – abbia la volontà, la possibilità, il tempo necessario per dedicarsi con molto maggior serietà d’intenti a questa nobile e antica arte. Si rivolge ovviamente anche agli artisti che ormai vivono della e per la ceramica, i quali potranno attingere da queste pagine.

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