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I Volenterosi Carnefici di Hitler – I Tedeschi Comuni e l’Olocausto

I Volenterosi Carnefici di Hitler – I Tedeschi Comuni e l’Olocausto

Titolo originale: Hitlerʼs Willing Executioners

Autore/i: Goldhagen Daniel Jonah

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

premessa dell’autore, traduzione di Enrico Basaglia, revisione scientifica di Marcello Pezzetti.

pp. XV-620, numerose fotografie in bianco e nero fuori testo, Milano

I volonterosi carnefici di Hitler e uno dei casi più clamorosi nella storiografia degli ultimi decenni. Uscito negli Stati Uniti nel marzo 1996, questo libro di un giovane e sconosciuto professore di Harvard ha suscitato un intenso dibattito ed è entrato – fatto senza precedenti per un saggio di storia europea – nella classifica dei best seller americani. In Germania, dove è stato pubblicato nell’agosto seguente, ha determinato un vero choc nazionale paragonabile soltanto a quello provocato dallo sceneggiato televisivo Holocaust.
Ma perché si è attirato, allo stesso tempo, critiche feroci e consensi entusiastici? Perché Daniel J. Goldhagen, nel suo tentativo di rispondere a un interrogativo inquietante che eravamo abituati a considerare chiuso – come ha potuto il popolo tedesco, una delle grandi nazioni civili della civile Europa, compiere il più mostruoso genocidio mai avvenuto? -, pare ad alcuni riproporre la tesi della colpa collettiva. A suo avviso nessuna delle spiegazioni finora date – la follia criminale di Hitler, la segretezza in cui furono condotte le operazioni di sterminio, l’educazione alla disciplina che avrebbe spinto militari e burocrati a «eseguire gli ordini» – può essere giudicata soddisfacente. Egli esamina da vicino le figure degli «esecutori» e reinterpreta la società tedesca fra il 1933 e il ’45 e il suo radicato antisemitismo. Attingendo a materiale non ancora vagliato o trascurato da altri studiosi, nonché a testimonianze dirette degli esecutori, Goldhagen dimostra che, contrariamente a quanto spesso si pensa, i responsabili dell’Olocausto non furono solo 55 0 membri del Partito nazista, ma tedeschi comuni di ogni estrazione, uomini (e donne) che brutalizzarono e assassinarono gli ebrei per convinzione ideologica e per libera scelta, sovente con zelo e con gratuito sadismo. E che, per di più, si comportarono così, non perché costretti, né perché ridotti alla stregua di schiavi, né perché tremende pressioni sociali e psicologiche li inducessero a adeguare la loro condotta a quella dei compagni. Lo fecero perché l’antisemitismo germanico era talmente diffuso, maligno, nutrito nei secoli di miti razzisti e false teorie scientifiche da disumanizzare gli ebrei, da trasformarli nell’immaginario collettivo in una sorta di malattia, addirittura di forza demoniaca che si doveva eliminare a ogni costo dalla Germania.
Attraverso le parole degli stessi carnefici Goldhagen ci presenta un quadro sconvolgente e immediato: la loro organizzazione della vita quotidiana, il modo di torturare e uccidere e le reazioni alle scene di morte.
Vero e proprio atto di accusa, I volonterosi carnefici di Hitler è un’opera scientifica nel metodo e provocatoria nelle conclusioni, che d’ora in avanti si rivelerà fondamentale per comprendere il più profondo dramma dell’età moderna.

Daniel Jonah Goldhagen è professore di Government and Social Studies all’università di Harvard ed è membro del Minda de Gunzburg Center for European Studies. La sua tesi di dottorato, su cui si basa questo libro, ha ricevuto nel 1994 il prestigioso Gabriel A. Almond Award dell’American Political Science Association come miglior studio, nel campo della politica comparata.

In sovraccoperta: Manifestazione antisemita al Palazzo dello Sport di Berlino, 15 agosto 1935. Le due scritte dicono: «Gli ebrei sono la nostra disgrazia» e «Donne e ragazze, gli ebrei sono la vostra rovina». Foto Bildarchiv Preussischer Kulturbesitz, Berlino.

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