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I Tesori Nascosti

I Tesori Nascosti

Autore/i: Piekalkiewicz Janusz

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, traduzione dal tedesco di Gianni Pilone-Colombo.

pp. 320, 40 tavv. b/n f.t., ill. b/n, Milano

Dalla leggendaria spedizione degli Argonauti alle speculazioni in borsa degli anni settanta, l’oro è sempre stato per l’umanità uno dei miraggi più ambiti. Ma perché miraggio? L’oro è un metallo, una merce: se ne fanno monete, gioielli, lingotti; si palpa, si tesaurizza, si chiude nelle casseforti, si spende. Eppure, per un numero infinito di cercatori, l’oro è rimasto un miraggio irraggiungibile.
Questo libro racconta alcune storie di «caccia al tesoro», di ricerca ostinata, affannosa, drammatica, quasi sempre infruttuosa e spesso conclusasi con la morte, di ricchezze che la tradizione voleva nascoste. Forzieri inabissatisi coi galeoni che li trasportavano in Spagna, favolosi giacimenti di pepite d’oro purissimo intravisti sul fondo di un lago o di un fiume, tesori occultati con incredibile abilità dai pirati: questi i miraggi che nel corso dei secoli hanno attratto giovani spiantati in cerca di fortuna, finanzieri avidi, avventurieri, uomini rispettabili e avanzi di galera. L’oro del Reno e quello dell’America del Sud, l’oro della California e quello dei boeri, l’oro dei Templari e quello custodito nell’inviolabile «pozzo» di Oak Island sono i protagonisti di questo libro.
Per scriverlo, Janusz Piekalkiewicz ha consultato una quantità innumerevole di documenti, ha raccolto testimonianze orali e scritte, ha indagato in tutto il mondo. Le avventure che egli ci racconta sembrano inventate da una fantasia delirante; ma sono storie .di vita vissuta, intrise di passioni e di colpi di scena. Tutto ciò che egli riferisce è vero; ed è certamente vero anche che i tesori cercati dai suoi eroi, e mai trovati, esistono. La « caccia al tesoro » continuerà anche in futuro.

Nato a Varsavia nel 1925, Janusz Piekalkiewicz è approdato al reportage dopo una vita avventurosa.Rinchiuso, ancora giovanissimo, in un campo di concentramento per avere partecipato all’insurrezione antinazista del 1944, frequentò successivamente l’accademia cinematografica di Varsavia ma, uscitone diplomato a pieni voti, dovette accontentarsi di fare la guida di montagna. Nel 1956 lo troviamo a Budapest, ove prende parte alla rivolta a fianco degli insorti ungheresi; poi si trasferisce in Austria, ove fa il radiocronista, e in Francia,… ove, dopo aver prestato servizio in un’industria come analista di mercato, diventa produttore e regista cinematografico. Da qualche anno si dedica alle grandi inchieste giornalistiche.

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