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I Pirati dei Caraibi

I Pirati dei Caraibi

Le favolose gesta della filibusta nei mari dell’America Centrale

Autore/i: Butel Paul

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Adriana Pancaro Silvestri.

pp. 312, Milano

Fin dalla seconda metà del secolo XVII, l’Occidente è affascinato dalle audaci imprese dei filibustieri dei mari del Sud e dei Caraibi, tramandate dalle vivaci testimonianze dei francesi Oexmelin e Labat e degli inglesi Dampier e Wafer, le cui opere contano trai primi best sellers della storia dell’editoria.
Questo clamoroso successo viene confermato in seguito dalle opere di fantasia di Lesage, Voltaire, Stevenson, ecc. Paul Butel, avvalendosi di queste fonti ma soprattutto di una vasta documentazione sulla storia politica, sociale ed economica dell’area caraibica ci propone un quadro affascinante delle vicende internazionali che travagliano la zona delle «Antille spagnole» dalla tragedia del deterioramento della condizione indiana sino ai tempi dello sviluppo del sistema schiavista contro il quale sono insorti alcuni filosofi del secolo dei Lumi.
Ed ecco rievocate per noi le condizioni in cui si svolgevano i traffici dell’oro, dell’argento, delle perle, dei preziosi nella vasta area che si estendeva dalle piccole Antille fino all’istmo di Panama: commercio «a fil di spada», corruzione di funzionari spagnoli, contrabbando, atti di pirateria, scorrerie dei filibustieri sulla terraferma. Spiccano in questo contesto i racconti delle avventure dei più famosi Levrieri del Mare al servizio della regina Elisabetta (Oxenham, Francis Drake) , decisa a colpire al cuore la ricchezza economica di Filippo Il di Spagna; imprese continuate nel Seicento dagli avventurieri della Compagnia olandese delle Indie occidentali, e più tardi dai famigerati Fratelli della Costa devoti alla causa del Re Sole.
Ma la vostra curiosità di lettori sarà soddisfatta anche nei gustosi dettagli della vita quotidiana dei filibustieri e dei famosi «bucanieri» in tempo di pace come in tempo di «guerra di corsa»: quali erano i loro santuari?
Come organizzavano il loro lavoro? Secondo quale codice d’onore veniva regolata la società di questi emarginati? Quali erano le loro effettive risorse, a prescindere dalle leggende che parlano di tesori degni della caverna di Ali—Baba? Che tipo di rapporti intrattenevano con la popolazione indiana, con i piantatori di tabacco, e poi di canna da zucchero? A questi quesiti, Butel offre risposte sempre precise e fondate sullo studio metodico di documenti d’archivio finora poco divulgati.
Negli ultimi anni del secolo XVII, il ricordo delle imprese di grandi filibustieri, come quella di Henry Morgan a Panama, era ancora vivo in tutte le menti, ma i tempi ormai sono cambiati: gli Stati controllano sempre meglio l’area caraibica, e tollerano sempre meno l’esistenza delle repubbliche anarchiche della filibusta; inoltre, l’attività dominante diventa la piantagione della canna da zucchero, resa possibile dalla sistematizzazione della schiavitù dei negri.
Butel analizza dettagliatamente questa evoluzione politica ed economica, che corrisponde appunto al sorgere della leggenda della filibusta.

Paul Butel insegna storia moderna all’Università di Bordeaux III. Tra i suoi libri, Les négociants bordelais, l’Europe et les îles e, con J.P. Poussou, La vie quotidienne à Bordeaux au XVIII siècle.

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