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I Dandolo

I Dandolo

Autore/i: Loredan Alvise

Editore: dall’Oglio Editore

pp. 442, con alcune illustrazioni e piantine dell’epoca veneziana e con tavole genealogiche fuori testo, Milano

Le cronache fanno risalire la famiglia ad antichissime origini altinati, ad un ramo della romana gens Ursia, a cui erano collegati Orso e Teodato Ipato, rispettivamente il terzo e il quarto doge della Venezia Marittima, così come l’altra grande famiglia ducale degli Orseoli, regnanti tra la seconda metà del X secolo e la prima metà dell’XI secolo.
Attestati nel novero delle famiglie patrizie originarie, si insediarono dapprima a Torcello e quindi a Rialto, nella zona dell’insula di San Luca.
Dopo il 1000, i Dandolo risultano, particolarmente impegnati nelle attività mercantili con l’Oriente bizantino, con numerosi interessi commerciali e beni a Costantinopoli.
Il costante interesse dei Dandolo, oltre che per il commercio, per l’attività politica, li portò a sedere frequentemente nei consigli ducali, acquisendo sempre maggiore influenza sino a giungere, nel 1130, all’elezione di uno dei rampolli della famiglia, Enrico, a Patriarca di Grado.
Rimasti al vertice della società veneziana negli anni delle guerre con Bisanzio e dei primi rivolgimenti costituzionali che portarono al progressivo indebolirsi del controllo dell’assemblea popolare sul potere ducale, a tutto vantaggio della nascente oligarchia mercantile, i Dandolo giunsero nel 1192 ad assurgere alla dignità ducale con l’elezione di un altro Enrico Dandolo a doge di Venezia e Dalmazia.
Alla morte di Enrico Dandolo nel 1205, non solo Venezia controllava l’intero mare Adriatico, ma possedeva un nuovo vasto impero coloniale in Oriente, controllando di fatto il neonato Impero Latino. […]
La vocazione al comando marittimo rappresentava una delle principali caratteristiche della famiglia. Ancora nel 1298, Andrea Dandolo comandava la flotta veneziana nella guerra contro Genova. Sconfitto tuttavia l’8 settembre nella Battaglia di Curzola, si toglieva la vita fracassandosi la testa contro il remo cui era stato incatenato perché Venezia non subisse l’onta di veder condotto a Genova da schiavo il discendente di colui che aveva dato un impero alla Repubblica.
Nel Trecento la famiglia raggiungerà il dogado altre due volte: nel 1329 con Francesco Dandolo e nel 1343 con Andrea Dandolo, amico personale del Petrarca.
A partire da questo momento, però, il ruolo dei Dandoli, cominciò progressivamente a declinare, tanto che nel 1440 i Contarini ne rilevavano il palazzo avito di Rialto, mentre un ramo della famiglia erigeva una nuova dimora a San Zaccaria, Palazzo Dandolo, il quale passava comunque nel 1536 ai Gritti. Altre dimore dei Dandolo erano in Canal Grande sulla Riva del Vin e nei pressi di San Tomà.
Nel 1570 Niccolò Dandolo, governatore civile di Nicosia, sostenne l’urto iniziale dell’invasione dei Turchi Ottomani che con una forza di 100.000 uomini investirono la capitale del veneziano Regno di Cipro. Il Dandolo guidò la strenua difesa, ma, non avendo la città abbastanza viveri e mezzi necessari per resistere a un lungo assedio, cadde il 9 settembre. La testa del Dandolo e degli altri dignitari veneziani venne inviata, infilzata su una picca a Famagosta come monito alla città dove risiedeva la più grande guarnigione della Serenissima sull’isola.
Nel 1729, con la morte di Livio Sanudo i Dandolo ereditarono i beni di uno dei due rami superstiti dei Sanudo, tramite Laura Sanudo in Dandolo. Nel 1865 il N.H. conte Girolamo Dandolo, direttore dell’Archivio di Stato di Venezia, lasciava in fondo all’Archivio Storico 150 pergamene contenenti notizie riguardanti le famiglia Dandolo, Michiel e Dolfin nei secoli tra il 1213 e il 1734.
Attuale rappresentante della famiglia è il N.H. Conte Andrea Dandolo, dopo la morte del padre Luciano avvenuta nel 2009. La famiglia è celebrata in città con le fondamenta e il palazzetto Dandolo, entrambi situati nel sestiere di Castello.

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Prefazione
Introduzione

  • PARTE PRIMA – DALLA LAGUNA VENETA A COSTANTINOPOLI
  • PARTE SECONDA – L’ARISTOCRAZIA VENEZIANA
  • PARTE TERZA – DALL’APOGEO ALLA CADUTA

Bibliografia
Tavola genealogica

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