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Freaks – Miti e Immagini dell’Io Segreto

Freaks – Miti e Immagini dell’Io Segreto

Mostri o mutanti, scherzi di natura, incubi viventi, incarnazione delle nostre paure, caricatura delle nostre illusioni

Autore/i: Fiedler Leslie

Editore: Garzanti Editore

prima edizione, traduzione dall’inglese di Ettore Capriolo, collana: Saggi Blu, titolo originale dell’opera: Freaks – Myths and images of the secret self.

pp. 384, illustrazioni b/n, Milano

«…tra vecchi carrozzoni, un gorilla meccanico in gabbia, un funambolo in carne e ossa e un’orda di elefanti ammaestrati, ho visto su una pedana, immobilizzate per sempre nel gesso, le immagini di freaks esibiti come attrazione nei circhi fino a pochi decenni fa. Per me non fu una sorpresa scoprire che le figure corrispondevano a quelle paure primordiali – incentrate sulle proporzioni, la sessualità, la nostra condizione di esseri superiori alle bestie, la nostra fragile individualità – sulle quali mi sono soffermato in questo libro. Guardandole, sentivo lievitare in me l’orrore supremo evocato dai freaks: una sorta di vertigine simile a quella provata da Narciso allorché contemplò la propria immagine riflessa nell’acqua e si tuffò per morirvi. Nei gemelli congiunti la confusione tra l’io e l’altro, la sostanza e l’ombra, è ancor più sconvolgente di quanto non sia per il bambino vedere di fronte a sé nello specchio un altro se stesso che si muove esattamente come si muove lui, ma in un altro mondo. E in questo caso per lo meno i protagonisti sono soltanto due, chi guarda e chi viene guardato; mentre, davanti ai fratelli siamesi, lo spettatore li vede non solo guardarsi tra loro, ma anche – e tutti e due contemporaneamente – guardare lui. E per un attimo può avere la sensazione di essere un terzo fratello, unito ai due che ha di fronte da un legame invisibile; e allora la distinzione tra spettatore e oggetto esposto, tra noi e loro, tra normale e freak si rivela un’illusione che noi cerchiamo di difendere disperatamente, che forse non possiamo impedirci di difendere, ma che alla lunga è insostenibile.»

Leslie Fiedler (nato a Newark nel 1917), esponente tra i più discussi e anticonformisti della critica letteraria statunitense, ha elaborato modelli interpretativi stimolanti e provocatori, nei quali al taglio sociologico di ascendenza marxista si uniscono motivi psicoanalitici. Ricordiamo in particolare i suoi saggi Fine dell’innocenza (1955), Amore e morte nel romanzo americano (1960), Il ritorno: dell’inafferrabile americano (1968).

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