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Fenomenologia della Percezione

Fenomenologia della Percezione

Autore/i: Merleau-Ponty Maurice

Editore: Il Saggiatore

terza edizione, premessa dell’autore, traduzione, nota e appendice bibliografica a cura di Andrea Bonomi.

pp. 608, Milano

Quest’opera rappresenta un momento essenziale negli sviluppi della fenomenologia e dell’esistenzialismo, non meno che una premessa alle più recenti scienze dell’uomo. Ad essa Merleau-Ponty attese dal 1939 al 1945, terminato il libro sulla Struttura del comportamento.
Là il problema era stato di delineare, sulla base della psicologia e della filosofia moderne, il rapporto tra l’organismo che percepisce e il suo ambiente. Qui il compito diventa più radicale, perché si tratta di «restituire» il mondo della percezione, di risalire al «terreno» che fonda ogni sapere. Occorre pertanto, e in primo luogo, mettere tra parentesi i pregiudizi del pensiero «oggettivo», neutralizzare le affermazioni dogmatiche che fanno della percezione il risultato dell’azione meccanica delle cose sul corpo, oppure il prodotto di una coscienza costituente. Non esistono meccanismi prestabiliti: la mutua relazione del fisiologico e dello psicologico, che l’empirismo e l’intellettualismo non hanno saputo spiegare, si chiarisce solo attraverso l’analisi della nostra corporeità, è comprensibile solo alla luce dell’essere-al-mondo globale dell’uomo. Di tali proposizioni, si vedano gli sviluppi in questo libro che tra l’altro dà, della fenomenologia di Husserl, una interpretazione subito destinata a dimostrarsi tra le più produttive. In una nota in margine al capitolo sulla sessualità, è posto anche il problema dei rapporti fra esistenzialismo e marxismo, resi oggi più che mai attuali da opere di grande risonanza. Questa traduzione italiana è corredata di una appendice bibliografica, utile agli «addetti ai lavori» come ai lettori che vogliano introdursi in una delle grandi, indispensabili correnti del pensiero contemporaneo.

Maurice Merleau-Ponty (n. a Rochefort-sur-Mer nel 1908, m. a Parigi nel 1961). Dopo gli studi all’École Normale Supérieure, insegnò filosofia in vari licei di provincia (1931-33), poi tenne un incarico all’École Normale fino al momento del richiamo per la seconda guerra mondiale. Durante l’occupazione tedesca, che lo vide militante della Resistenza, insegnò al Liceo Carnot di Parigi, quindi sostitui Sartre al Liceo Condorcet. Successivamente, fu professore all’Università di Lione, ordinario di psicologia pedagogica alla Sorbonne e alla Normale e infine, dal 1952, titolare di filosofia al Collège de France. Questa ultima nomina non passò senza discussioni: si riconosceva in Merleau-Ponty il pensatore e il combattente contro il nazismo, ma gli si contestavano le idee esistenzialistiche, le posizioni «atee» e soprattutto gli indirizzi ideologici (dimostrati anche dall’amicizia con Sartre e la de Beauvoir) ancora ostici a tanta parte del mondo accademico (e non accademico) francese.
Merleau-Ponty partecipò sin dalla fondazione al comitato direttivo della rivista «Temps modernes»; mai suoi rapporti con Sartre non tardarono a mutarsi in una nobile, appassionata, polemica «concordia discorde». Opere principali, oltre le già ricordate: Eloge de la philosophie (Parigi 1953; trad. it. Elogio della filosofia a cura di Enzo Paci, Torino 1958); Les rélations avec autrui chez l’enfant («Le relazioni con l’altro nel bambino», ivi 1953); Les sciences de l’homme et la phénoménologie: 1. Les problèmes des sciences de l’homme selon Husserl («Le scienze dell’uomo e la fenomenologia: 1. I problemi delle scienze dell’uomo secondo Husserl ivi 1953); Les aventures de la dialectique («Le avventure della dialettica», ivi 1955). Di Merleau-Ponty il Saggiatore ha già pubblicato Senso e non senso e Segni.

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