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Dopo il Banchetto – Romanzo

Dopo il Banchetto – Romanzo

Titolo originale: Utage no Ato

Autore/i: Mishima Yukio

Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore

traduzione di Livia Livi dalla versione americana «After the Banquet» di Donald Keene.

pp. 256, Milano

In Dopo il banchetto Yukio Mishima mette una donna al centro della trama narrativa. Una Bovary ormai anziana, divenuta personaggio strapotente nel mondo dell’entertainment di Tokio, in un ambiente convulso in cui lusso, politica, intrigo e piacere sono le cifre dell’esistenza, colpita improvvisamente da una folgorante passione senile, rovescia tutta la sua vita, nel tentativo di trovare uno scopo nuovo, una nuova dimensione del vivere e – dopo morta – una tomba onorata. Nella totale dedizione di sé e delle proprie ricchezze agli ideali politici radicali del vecchio ministro Noguchi, intellettuale aristocrtico, la vitalissima Kazu tenta di versare l’intera carica emotiva e femminile che possiede, il suo senso corposo e violento dell’esistenza, la sua abitudine a sollecitazioni sensuali e informi; e quando il mondo della politica la respinge e il marito l’abbandona, essa da quello scontro con un mondo e una maniera di concepire l’esistenza finora a lei ignoti, ricava come una specie di allegria disperata. È una storia della Tokio moderna, di una delle città più contraddittorie dei nostri tempi; ma è anche la storia delle tensioni e delle crisi che, in ogni paese, percorrono il mondo moderno.

Yukio Mishima, pseudonimo di Hiraoka Kimitake è stato uno scrittore giapponese. Autore in particolare di romanzi incentrati sulla dicotomia fra i valori della tradizione e l’aridità spirituale del mondo contemporaneo. La sua prima opera, Confessioni di una maschera (1949), parzialmente autobiografica, gli diede subito fama e successo. La popolarità andò ulteriormente consolidandosi con La voce delle onde (1954), Il padiglione d’oro (1956) e Il sapore della gloria (1963). In seguito, con la tetralogia Il mare della fertilità (1965-1971) Mishima affermò il valore della cultura del Giappone imperiale, criticando gli esiti del processo di modernizzazione del paese. Temi ricorrenti della sua produzione sono il mito della forza e dell’eroismo, l’erotismo, il legame inscindibile fra sensualità e violenza, tra bellezza e morte. Nella vita, Mishima volle incarnare questi ideali: nazionalista e conservatore, fondò la setta militare Tatenokai (Società dello scudo), basata sull’esaltazione della cultura fisica e delle arti marziali e pose fine ai suoi giorni con un clamoroso harakiri, ultima protesta contro la perdita di valori del Giappone moderno. Alla sua figura e alla sua opera è dedicato il film Mishima (1985) di Paul Schrader.

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